Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film
VOTO 10/10 Una delle vette del cinema muto, e non solo, capolavoro indiscusso di Murnau in cui il regista raggiunge un livello di maestria registica raramente uguagliato. Straordinariamente moderno nell'uso dei movimenti di macchina (che Murnau aveva messo a punto nel precedente L'ultima risata) e della profondità di campo, narrativamente scandito in tre movimenti che corrispondono ad altrettante fasi del rapporto uomo-donna: si passa dalla tragedia sfiorata alla commedia (con alcune sequenze di tono burlesco), per ritornare al dramma che fa da preludio a un finale intensissimo e indimenticabile. Tutte le possibilità espressive del cinema sono adoperate da Murnau per comporre questo "canto di due esseri umani": ne viene fuori un poema drammatico di sconvolgente forza emotiva e di eccezionale fluidità nella scrittura. Gli attori recitano sobriamente e senza calcare troppo le tinte (Janet Gaynor risulta del tutto credibile in una parte di donna angelicata che avrebbe potuto facilmente scivolare nel banale, George O'Brien risulta ugualmente di forte espressività soprattutto quando medita il delitto, anche se rimane leggermente al di sotto della sua partner); la sceneggiatura di Carl Mayer, tratta da un racconto di Hermann Sudermann, è di ammirevole semplicità ed efficacia; ogni singola immagine vibra di una sublime sensibilità visiva. Da consigliare a chi crede che i film muti siano soltanto reperti di un'epoca ormai trapassata. Vincitore di 3 Oscar alla prima assegnazione dei premi da parte dell'Academy: vinse nella categoria "miglior film artistico", per la migliore attrice e la migliore fotografia. La categoria del miglior film d'arte fu cancellata l'anno seguente, ma in quell'anno, insieme alla "miglior produzione" (Wings di Wellman) rappresentava l'equivalente dell'attuale "miglior film": cosa che molti ancora dimenticano. Sicuramente si potrebbe discutere su alcune scelte della sceneggiatura che potrebbero apparire un po' demode' al giorno d'oggi, soprattutto l'idealizzazione della campagna e la visione della città come "luogo di perdizione", oppure il passaggio un po' repentino del marito fra stati d'animo contrastanti, ma a mio parere restano appunti tutto sommato ininfluenti rispetto alle straordinarie qualità della regia, così in anticipo rispetto all'epoca in cui fu realizzato il film, e non intaccano la bellezza dell'opera che è stata meritatamente inclusa a più riprese nelle liste dei migliori film della Storia del Cinema.
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