Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Le "Luci della ribalta" sono l'illuminazione del crepuscolo d'un vecchio artista,ardito quanto malinconico,destinato a "finirsi" nell'epopea spesa sul palcoscenico.
Chaplin ritorna all'"embrione" carrieristico,al paradigma d'un infanzia vissuta nella Londra d'inizi 900.Una carriera sublime,dettata dalla danza sentimentale con la societa' ottusa e repressiva.
Non prima di partire da qui,da una Londra post-vittoriana,di povere compagnie teatrali,dove calcare i primi passi,mettendo a servizio del pubblico un immenso talento.
Parla alla sua storia l'anziano "ex-Charlot",ripropone un viaggio edipico,inscenando la crisi del vecchio clown Calvero.Un ritorno alle origini dunque,alle sofferenze patite dalla madre di Chaplin,derisa e umiliata dall' infimo pubblico da tabarin.
E' un ossessione atavica quanto antica,quella paura del confronto con il pubblico,il salire alle "luci" d'una ribalta pericolosa,eppure essenziale nel nutrire l'emozioni e il talento profondo.
L'ormai maturo Chaplin danza col cinema,ne fa materia di sentimenti,pur abbondando nelle retoriche e nei facili sentimentalismi,sa dove portare lo spettatore.
Emoziona e commuove,gira uno straordinario "epos" come atto d'amore verso l'esistenza,quell'"energia" inevitabile che guida ovunque,è potente quando la forza d'un albero o un fiume.
Lo dice alla giovane Terry,ballerina in crisi con sè e con il mondo,l'anziano alcolizzato Calvero è la sinergia umana tra arte e natura.Ironizza sulla sorte,affogando nell'alcol strascichi di tristezze e amare reminiscenze.Eppure è irrimediabilmente vivo,pur consapevole d'avviarsi al tramonto della vita,duettando amabilmente con l' altro vecchio mito,nonchè rivale e collega Buster Keaton.
Keaton esala stralci di antica genialita' da saltimbanco,nonostante il cinismo e la gelosia di Chaplin nei confronti del vecchio collega,entrambi come padri d'un mondo tanto duro quanto romantico:lo spettacolo.
E' lo spettacolo della vita a reggere la barca in "Luci della ribalta,entra al cuore,coinvolge la giovane sfiduciata Terry a "lasciarsi vivere",a farsi passare il testimone della "luce" che infiamma il cuore.Tanto la vita è una "giostra" sembra dire il vecchio Calvero/Chaplin,bisogna viverla,soffrirla e gioirne,tanto il segreto è tutto in noi,nella nostra mente,è li che abita la vera felicita'.
Il sipario si chiude,con le sembianze d'un bianco quanto funereo lenzuolo.Lasciano il testimone alla giovane ballerina,alla sua danza sinuosa figlia del gusto dell'arte.
Il grande Chaplin invece si congeda,lascia alla storia l'ennesimo e ultimo capolavoro.Dopo ci saranno "Un re a new-york" e la "Contessa di Honk Hong",film "minori" dato che l'eta' avanzava e non c'era piu' molto da dire.La stella artistica e registica del grande vagabondo finisce qui,donandoci un capolavoro di emozioni e iniezioni d'ottimismo,nell'esemplare regia del maestro,senza sbavature,lucida e coincisa,con la poetica vitale che riempie il cuore.
E infine la matura performance di Chaplin/Calvero,una prova da grande attore,meritevole d'un "Oscar",ma questa è un altra storia,ai grandi geni i premi non "toccano",forse per una legge da contrappasso o l'imperscrutabile destino,che fanno della "Luce della ribalta" un "ombra" con cui convivere........voto 10.
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non ho mai visto nulla per intero di Chaplin, tranne "La Contessa di Hong Kong", la tua opinione è molto bella, una lacrima mi ha bagnato la tastiera.......ciao
Adoro Chaplin e credo di aver visto quasi tutto di lui, ma questo ancora no (per caso, una volta ho visto l'ultima mezzora del film e ho pensato subito che dovevo recuperarlo il prima possibile).
Bellissima e sentita opinione che mi fa venire voglia di vederlo. Un saluto.
Grazie @Amanda e @Scarlett per gli appassionati interventi.Aldila' della passione che si puo' nutrire per un maestro del cinema come Chaplin,"Luci della ribalta" è un pezzo imperdibile.Da vedere con priorita' assoluta dato che rappresenta l'"ultima" gemma di una straordinaria carriera.Un grandissimo film, fonte del pensiero sulla vita,filosofico e non,e poi il duetto finale con Buster Keaton è una manna dal cielo........vi saluto.
Concordo su tutto, sul 10 e pure sull'11 ! Ma A King in New York ( oltre a dire molto sull'ultima parte di vita di Chaplin ) dice molto - amaramente, spassosamente, smaccatamente - anche sull'umanità tutta, dai parlamenti ai cortiletti dietro casa : un film portentoso. Se LimeLight è un testamento in vita, a King in New York è lo sberleffo di un Monello rinato, mai arresosi. Ciao Gimon.
Grazie Mck, "A King of New york" è di certo un grandissimo film, dallo stile spassosamente corrosivo-......E' comunque parte del "Chaplin polemico" quello messo al bando dagli States.Cosi' si prende una gustosa rivincita
sul maccartismo e sopratutto è il suo sguardo sul mondo becero e volgare che soppianta l'umana poesia."Luci della ribalta" è in questo senso parte di una poesia dell'animo da preservare come inno alla vita.E' il "Chaplin originale" quello di "Luci della ribalta", puro,romantico e poetico,l'ultimo clown del cinema che qui "conclude" con la danza dei sentimenti."L'ultimo Chaplin" è un uomo amareggiato e polemico,relegato al margine,triste e sconsolato......Un saluto.
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