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Sorry Angel

Regia di Christophe Honoré vedi scheda film

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La recensione su Sorry Angel

di alan smithee
7 stelle

locandina

Sorry Angel (2018): locandina

71 CANNES FESTIVAL 2018 - CONCORSO 

"Piacere, amare e correre veloci": l'azione e il movimento sembrano incalzanti già semplicemente traducendo il titolo originale di una sceneggiatura che il regista Christophe Honoré ha desiderato scrivere di suo pugno, ambientandola in all'inizio di quegli anni '90 nei quali lo studente Arthur, protagonista ventenne brillante di Rennes, tutto sentimenti a pelle e manifesti, poteva tranquillamente identificarsi, anche anagraficamente, nel regista medesimo.

Il giorno in cui per caso Arthur incontra al cinema Jacques, un affascinante scrittore bisessuale trentacinquenne, egli se ne innamora perdutamente, tenacemente, incondizionatamente, spostando l'impeto accorato ed invadente con cui il ragazzo si rapporta alle novità del proprio cammino, unicamente su quella abbagliante persona.

Vincent Lacoste, Pierre Deladonchamps

Sorry Angel (2018): Vincent Lacoste, Pierre Deladonchamps

Vincent Lacoste, Pierre Deladonchamps

Sorry Angel (2018): Vincent Lacoste, Pierre Deladonchamps

Ma Jacques - che vive con un figlio bambino e frequenta amici e colleghi che lo amano o lo hanno amato con la stessa tenacia del ragazzo - ha contratto l'Aids e sa che tutto quello slancio non potrà avere un risvolto duraturo, pur desiderando lui stesso farsi contagiare da quella vitalità esasperata che Arthur a stento trattiene e governa, e che in qualche modo dà allo scrittore quella carica positiva che lo aiuta a non crollate moralmente.

Honoré ci parla della propria esperienza di gioventù, del proprio desiderio giovanile incontenibile di conoscere ed innamorarsi della persona che in Jacques poteva contenere tutte le qualità fisiche e caratteriali per rendere quello studente qualunque che egli era, un giovane uomo felice e realizzato.

Il ritratto di un'epoca resa buia da un contagio devastante è qui resa molto bene dal regista e sceneggiatore, come pure convincono tutti i ruoli dei principali protagonisti e comprimari. 

Vincent Lacoste

Sorry Angel (2018): Vincent Lacoste

Vincent Lacoste, Pierre Deladonchamps, Denis Podalydès

Sorry Angel (2018): Vincent Lacoste, Pierre Deladonchamps, Denis Podalydès

Ma è Vincent Lacoste che si aggiudica il premio, per ora ipotetico, come migliore tra gli interpreti, impossessandosi di un personaggio che nasce di riflesso su quello di Jacques, ma che col passare del tempo si appropria di una sua anima e verve così spiccate, da conferire al film una ispirazione ancora più autentica e genuina.

E Lacoste, bravo sempre sino ad oggi, smessi per una volta i panni del nerd insicuro e secchione, ci sorprende piu' di sempre con un brio accattivante, con un fisico atletico e muscoloso del tutto inedito, persino con un taglio di capelli che abbandona per una volta il riccio a favore della piega a 3/4. Un vero portento di simpatia e tenerezza.

Gli tiene testa un Pierre Deladonchamps assai in parte, assieme al quale i due danno vita ad una coppia di amanti in stile daddy-boy piuttosto inedita e fortemente affiatata.

Non meno opportuna appare la scelta di Denys Podalydès a impersonare il sensibile amico-ex amante e collega di Jacques, colui che per primo apprende e deve saper accettare la scelta del caro amico malato, riguardo all'inesorabile destino che la degenza gli sta procurando.

Pierre Deladonchamps

Sorry Angel (2018): Pierre Deladonchamps

Recitato con una parlata velocissima e strascicata che rende piuttosto complessa la comprensione di parte dei singoli dialoghi dal gran ritmo e costellato di fine ironico umorismo, Sorry Angel è un film sull'amore puro inteso come sentimento reciproco immediato e complicità congiunta e tenera, e che come tale rinuncia a ostentare eccessiva attenzione alla sessualità fisica (anche se non mancano opportune scene intime di nudo indispensabili a definire un rapporto e l'intesa tra i due protagonisti), per soffermarsi nell'approccio e sulla chimica caratteriale che rende inattaccabile ed indissolubile il legame tra due uomini di differente età, cultura ed estrazione sociale. 

Per l'interpretazione magnetica di Vincent Lacoste, magnifico, l'idea di un premio come miglior attore, pur se prematura in questo inizio festivaliero, non mi parrebbe affatto una scelta avventata.

 

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