Trama
Baker Dill è il capitano di una barca da pesca che, portando in giro turisti, conduce un'esistenza tranquilla in un'amena località tropicale chiamata Plymouth Island. la sua routine viene però interrotta il giorno in cui l'ex moglie Karen lo rintraccia per chiedergli aiuto. La donna ha bisogno di salvare lei e il loro figlio dal nuovo violento marito e per tale ragione lo invita a portarlo in mare aperto per un'escursione di pesca solo per gettarlo in mezzo agli squali e farlo morire. L'apparizione di Karen spinge Dill verso una vita che ha cercato di dimenticare, lasciando che il suo mondo venga spinto verso una nuova realtà in cui niente è come sembra.
Approfondimento
SERENITY: UN THRILLER SUL LIBERO ARBITRIO
Diretto e sceneggiato da Steven Knight, Serenity racconta la storia di Baker Dill, il capitano di una barca bimotore battezzata Serenity che in un'isola tropicale si guadagna da vivere ospitando a bordo odiosi turisti per la pesca. Le cose per lui non potrebbero andare peggio quando Serenity si ferma in un villaggio sulla spiaggia chiamato Plymouth, i cui residenti sono un po' troppo curiosi per Dill. L'unica vera compagnia di Dill è il primo ufficiale Duke, un isolano con un forte senso di responsabilità che ha accresciuto con l'età e il duro lavoro. I due insieme avrebbero potuto vivere in maniera redditizia se solo Dill non avesse trascurato i suoi clienti, dando loro la fuga dalla realtà e dallo stress che ricercano, per dedicarsi a quella che nel tempo è diventata un'ossessione: la cattura di un tonno pinna blu, che continua a sfuggirgli. Nonostante i saggi consigli di Duke, Dill affoga i suoi dispiaceri nell'alcol o tra le braccia di Constance, colei che gli offre conforto e denaro.
Un giorno, all'improvviso, sull'isola riappare Karen, l'ex moglie di Dill che lo ha abbandonato anni prima per un uomo facoltoso dagli affari commerciali poco chiari. Karen gli racconta che la sua vita non è stata così idilliaca come pensava, che il nuovo marito Frank le esercita violenza fisica e che è preoccupata per la sicurezza del figlio adolescente Patrick (avuto da Dill). La donna, inoltre, vuole che Dill porta Frank con sé a pesca, che lo faccia ubriacare e che lo spinga in acqua, in modo che finisca divorato dagli squali: in cambio, gli darà dieci milioni di dollari. In un primo momento, Dill rifiuta ma ben presto comincia a ripensare alla proposta. A complicare ulteriormente la situazione intervengono però la comparsa di uno strano commesso viaggiatore di nome Reid Miller e la strana sensazione che i residenti del posto conoscano più del dovuto Karen e le sue intenzioni.
Con la direzione della fotografia di Jess Hall, le scenografie di Andrew McAlpine, i costumi di Danny Glicker e le musiche di Benjamin Wallfisch, Serenity viene così raccontato dal regista: "L'idea per il film mi è venuta tre anni fa mentre mi trovavo a bordo di una barca da pesca. Il capitano dell'imbarcazione era un personaggio di per sé molto particolare. I pescatori sono piuttosto ossessivi riguardo alla cattura del pesce e tale caratteristica mi ha incuriosito. Ho dunque cercato di saperne di più sul capitano, sulla sua storia, su chi era, sul perché era lì e su dove era stato prima. Un anno dopo, quasi casualmente, il produttore Guy Heeley mi ha accennato del proposito di realizzare un film che, seppur in mare aperto, fosse ambientato in un contesto molto ristretto. Ed è così che è nato Serenity, che in un certo qual senso è figlio indiretto di Locke, che a sua volta era ambientato nello spazio angusto di un automobile. A prima vista, Serenity è la storia dell'ossessione di un pescatore per la cattura di un pesce ma in realtà nasconde ben altro: sono infatti molteplici i livelli di lettura e il pubblico potrà assaporarlo sia come un thriller convenzionale sia come qualcosa di diverso. Sono sempre stato interessato alle storie di brave persone che commettono gesti cattivi per una buona causa e alle storie in cui entrano in gioco la scelta e il libero arbitrio: Dill fa delle scelte ma lentamente inizierà a chiedersi se dipendono da lui o se gli vengono imposte".
Il cast
A dirigere Serenity è Steven Knight, sceneggiatore e regista inglese. Nato a Birmingham nel 1959, Knight ha studiato alla University College London cominciando a lavorare presto dietro le quinte del mondo dello spettacolo: era infatti il 1988 quando ha provveduto a creare il quiz, famoso in tutto il mondo, Chi vuol… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (15) vedi tutti
Il soggetto non sarebbe stato male (un pò copiato da Moby Dick) ma la sceneggiatura è poco chiara, sfrutta l'idea di un viaggio mentale tra realtà e immaginazione senza spiegare bene né una né l'altra. E alla fine rimane tutto campato in aria. I personaggi sono molto cliché, il protagonista è sempre incavolato e risulta assai antipatico.
commento di PrisDPeccato. Un film che che si sta mostrando interessante nel suo svolgimento quando poi naufraga miseramente in un epilogo indicibile
commento di massimo45Inizia come un film serio e interessante.. poi degenera in una enorme ca....
commento di Aiace68Non può essere lo stesso Knight... Non può essere... Questo Knight può esistere solamente.. Ai confini della realtà !
commento di monsieur opalUn grande cast per un film che richiede una enorme sospensione dell'incredulità. Voto 5.
commento di ezzo24Storia che accade sull'Isola che non c'é. Libero arbitrio e libera realtacon un bel thriller.
commento di ottobyteAnche un noir classico che guarda al passato non riesce a esimersi dalle tecnologie e dal guardare al futuro. Era necessario?
commento di moviemanL'eterna lotta tra uomo e tonno, per un film che naufraga immediatamente.
leggi la recensione completa di silviodifedeMolto ambizioso, cervellotico e complesso. Decisamente deludente
leggi la recensione completa di Furetto60Realtà virtuale e fuga dalla vita reale alla base di questo film sentimentale e non certo originale, ma nemmeno da buttare.
commento di albiclaFilm molto interessante e ben fatto!
leggi la recensione completa di critrascaSerenity lavora sul doppio e sul suo contrario. Sul libero arbitrio e sulle scelte di ciascuno o del destino. Un film che evolve come fa spesso la vita, quando si arrota su decisioni che vengono poi rigirate come lo spiedino di un kebab. Girato nell'isola che non c’è, Plymuth, un pò surreal, un pò Magritte, confonde lo spettatore, in modo oniric..
leggi la recensione completa di gaiartbasato su una trovatina di sceneggiatura che poteva essere alla moda vent'anni fa, e che comunque avrebbe avuto bisogno di un regista vero: così è solo un film pretenzioso, mortalmente noioso e che riesce a far recitar male perfino McConaughey. giustamente flop.
commento di brian77Il mondo di Hollywood.
leggi la recensione completa di kubritchPesca a piene mani dall'immaginario di Black Mirror (Bandersnatch, ma senza il bambino protagonista) con McConaughey che, per quanto pescatore positronico con le natiche al vento, ci dà dentro di brutto. La logica del racconto, e la relativa morale, mancano di un raccordo narrativo credibile...Ma quanto invecchia bene la Lane!
commento di maurizio73