Regia di Pino Passalacqua vedi scheda film
Tardiva riappacificazione per un padre e un figlio triestini, dopo un lungo rapporto non facile. La malattia terminale del genitore appianerà di colpo ogni increspatura della relazione.
Fra il 1982 e il 1983 la Rai produsse una serie di dieci film affidati ad altrettanti registi e tratti da altrettanti racconti di autori nostrani; in questo caso si parla dello scrittore triestino Giani Stuparich messo in scena da Pino Passalacqua, regista già attivo da un paio di lustri per la televisione di Stato. Mediometraggio della durata di un’ora, L’isola vive essenzialmente di soltanto due personaggi e delle sfumature del rapporto che tra loro intercorre: padre e figlio, mai del tutto davvero vicini fino alla malattia del primo, che lo porterà alla morte. Non è certo una pellicola facile da seguire, né per i contenuti né per il ritmo, ma ben confezionata grazie agli apporti di Elena Ricci Poccetto (scenografia), Tonino Nardi (fotografia) e Fiorenzo Carpi, autore della colonna sonora con musiche dirette da Bruno Nicolai; della sceneggiatura si occupano lo stesso Passalacqua e Bruno Di Geronimo, con la collaborazione di Sergio Donati e Callisto Cosulich. Attori: nei ruoli principali troviamo Omero Antonutti, Eduard Erne e Juliette Mayniel, con una particina riservata anche al giovanissimo Sergio Rubini, che qui debutta e che raggiungerà la definitiva notorietà di lì a poco prendendo parte a Il caso Moro di Giuseppe Ferrara (1986) e soprattutto a Intervista di Federico Fellini (1987). 4,5/10.
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