Regia di Aleksej German jr. vedi scheda film
TFF 36 - FESTA MOBILE
"Credo che l'unica via sincera di andare avanti sia quella di proseguire con gli errori". Tradotto: proseguire con le scelte scomode dettate dall'orgoglio di chi è cosciente di rischiare il tutto e per tutto per difendere la propria integrità mentale ed attitudinale, e la purezza del proprio pensiero.
La breve, intensa vita del giornalista e scrittore Sergej Dovlatov, segna il ritorno in regia di un grande regista come Aleksei German Jr, figlio non meno dotato di cotanto omonimo padre.
Un uomo combattente, cocciuto e irrisoluto, questo Dovlatov, studente problematico bocciato ed allontanato da scuola, ma fermamente convinto a divenire scrittore già all'età di otto anni.
Un giovane inquieto, incapace di venire a compromessi per riuscire nel tanto ambito compito di trovare una via per la pubblicazione dei suoi romanzi, totalmente osteggiati dal sistema sovietico ad inizio anni '70 nella Leningrado irrigidita dal comunismo dell'URSS totalitaria del regime di Breznev.
Assistiamo ai tentativi del giovane, prolifico e dotato autore, di legare e scendere a patti con i vari organismi e uomini raccomandati del regime, affinche la sua opera, riveduta e corretta, potesse riuscire a passare le maglie tentacolari di una censura invalicabile e castrante come quella del regime di quegli anni.
Ma ne emerge, doprattutto, il ritratto composito e finemente dettagliato di un uomo fiero ed orgoglioso, che tenta inizialmente di piegarsi e correggersi, anche per il bene economico e materiale della propria famiglia, fino a rifiutare ogni accomodamento e a trovarsi intransigente e fiero destinato alla fuga e a diventare lo scrittore che fu, lontano da quella patria incapace di accettarlo nella purezza incondizionata del suo talento.
Non saprà mai quanto fu ed è ancora apprezzato in letteratura, in quanto vittima di un cancro che lo uccise nemmeno cinquantenne nel 1990, all'inizio di una fama che lo vede ora tra i maggiori scrittori russi del '900.
German filma splendidamente la sua epopea di vita in un film eccezionale che, come quasi nello stile del connazionale Michalkov, si riempie di vetrine e scorre come una giostra piena di scene di vita e di scelte scomode ma fiere e meditate con coraggiosa fierezza.
Una occasione, questo preziiso film, per immergerci in una Russia di regime fatta di appartamenti multifamiliari e di mercato nero, ove un paio di jeans o di collant riuscivano a sfamare per settimane chi ne veniva in possesso e riusciva a venderli ai pochi privilegiati in grado di potersi permettere un oggetto proibito che trasuda occidentalità negata e vietata.
Splendidi dialoghi, ironia finemente spalmata nel racconrto e negli straordinari personaggi di contorno, e una fotografia calda e ovattata, completano un film straordinario, importante, fondamentale che suggella la carriera unica di un autore tra i più dotati della Russia di oggi come è senz'altro German Jr..
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