Regia di Dan Bush vedi scheda film
Incrocio tra “heist movie” e ’horror, parte bene , ma poi si perde.
In un normale pomeriggio di lavoro, alcuni impiegati di una filiale bancaria, sono indaffarati con le loro consuete attività. Tuttavia a un certo punto, succede qualcosa di strano, c’è un incendio a pochi metri, con tanto di martellante frastuono delle sirene, poi una cliente decisamente scortese e petulante litiga furiosamente con una sportellista, infine una giovane candidata, che si autopropone in modo molto inconsueto, fissando continuamente l’orologio. Poco dopo tre uomini vestiti da pompieri fanno irruzione e chiudono tutte le vie d’accesso, così scatta la rapina, ordita dalle sorelle Leah, per racimolare i soldi necessari per pagare i debiti al loro fratello Michael alias Scott Haze,sono la figlia del mitico Clint, Francesca Eastwood e Vee Dillon .Naturalmente prendono come ostaggi i clienti che in quel momento hanno la sventura di trovarsi in sede e al di la delle dichiarate intenzioni pacifiche,di fatto finiscono con essere molto violenti. Oltretutto riescono a reperire solo una piccola porzione di quello che pensavano fosse il bottino, dunque le due sorelle raccolgono l’invito del vicedirettore cioè James Franco, di visitare il caveau sotterraneo, alla caccia di un ben più cospicuo capitale. Lì’ però il gruppo di improvvisati criminali, s’imbatte in sinistre e oscure entità, legate, si saprà poi, al misterioso passato della banca. La situazione sfugge completamente di mano e i protagonisti si trovano così a lottare per la propria incolumità e libertà, i soldi diventano l’ultima cosa, stretti fra la pressione oggettiva esercitata delle forze dell’ordine improvvisamente allertate non si sa da chi, dall’esterno e l’orrore soprannaturale che si nasconde invece nei sotterranei dell’edificio.
Strano incrocio, tra “heist movie” e l’horror, mostra all’inizio una giusta tensione narrativa, solo che non riesce a mantenerla, nella seconda parte del film, quando la vena soprannaturale comincia ad emergere, ma senza riuscire a suscitare spavento. Il filo di sottile inquietudine che nel felice incipit era stato ad arte creato dal regista, si disperde nel continuo ricorso a “jump scare” inutili .Cosi la componente horror diventa poco incisiva, giusto per consegnare una nota di originalità a quello che altrimenti sarebbe un convenzionale “caper movie” in pratica,le presenze spettrali che dovrebbero suscitare sgomento, non provocano alcuna inquietudine, le loro azioni sono prevedibili, in più non c’è la giusta atmosfera, sono solo apparizioni di scarso effetto, una donna giovane e bella, il cui volto poi si trasfigura in un teschio, poi un individuo con una maschera bianca, alcune mostruose creture con sacchi sanguinolenti in testa. Nel panorama della filmografia del genere sono tutte cose già viste, trite e ritrite
Convincono solo le prove attoriali delle due protagoniste principali. D’altro canto, la sceneggiatura altalenante non riesce a trovare il giusto equilibrio fra detto e non detto, quando viene ricostruito il passato oscuro della banca e dei suoi ultraterreni abitanti, incluso un colpo di scena finale piuttosto mal concepito, che va in attrito,con quanto successo lungo tutto il film, lasciando “sospesi” molti dei dubbi legittimamente sorti nella mente dello spettatore sul passato e sul presente dell’edificio. Il film è in sostanza un prodotto deludente e soprattutto non propone niente di nuovo.
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