Regia di Mario Sesti vedi scheda film
Visto a Venezia 74 (in versione non completa come dichiarato dal regista)
La voce di Fantozzi è un chiaro riferimento al tono che tutti abbiamo fatto una volta nella vita imitando la voce narrante (di Paolo Villaggio) dei film di Fantozzi, quella che venne poi chiamata la voce Lupo.
Il documentario è incentrato principalmente sui libri della saga Fantozzi, e attraverso interviste, spezzoni di recitato con i protagonisti di allora, e ricostruzioni grafiche della avventure, sempre tratte dai libri, ci racocnta come Fantozzi abbia cambiato l’Italia.
Le interviste sono l’90% di questo documentario e sono di ogni genere, abbiamo i protagonisti, abbiamo una a Paolo Villaggio a dir poco commuovente e di rara bellezza, una Fabio Volo abbastanza vuota, un paio di aneddoti di Benigni interessanti e raccontati con la sua sagacia, Antonino Cannavacciuolo completamente inutile ai fini del documentario, moglie, figlio, arbore…e chi più ne ha metta. E forse questa è la prima critica da fare a questo documentario, la scleta eccessiva e in alcuni casi fuori luogo degli intervistati. Fiorella dichiara di non aver letto i libri e racconta solo di essere andato a vedere il film con gli amici e che si fumava in sala..bene e quindi?
però come detto il doc è incompleto e mancavano alcuni contributi.
Altra nota stonata la musica, invadente, eccessiva e fuori tema. Gli stacchi tra un’intervista e l’altra sono interminabili e vuoti. Il regista, al suo secondo documentario dopo il bel LA VOCE DI BERLINGUER deve forse sistemare qualcosa in montaggio ed aggiustare alcune interviste.
È’ interessante notare la totale assenza di scene tratte dai film o spezzoni musicali originali, forse a causi di diritti?non saprei.
La mio opinione è che si tratti di un documentario interessante ma non molto curato a livello estetico, imprescindibile per gli amanti del ragioniere Ugo Fantozzi dell’ufficio sinistri.
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