Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Fellini incontra la Roma degli antichi e la reinterpreta alla luce della sua poetica e della sua sensibilità. Il risultato, purtroppo, non è all'altezza del genio del Maestro: sembra piuttosto un insieme di sequenze in ordine casuale, piuttosto slegate fra loro, che un racconto completo, una parabola decadente dei tempi che furono. Del resto fu lo stesso regista a prendere le distanze, a parole, dal testo di Petronio Arbitro da cui partì l'idea del film. Il vento, il mare, le facce spigolose, le scene corali non mancano ed aiutano a ritrovare quanto di Fellini ci sia nel Satyricon; le donne non sono particolarmente 'felliniane' (insomma: giunoniche), ma è un lavoro, questo, fondamentalmente maschile e maschilista. Maneggiare con cautela.
Danze, orge, banchetti; poeti, schiavi e corpi che si lasciano amare (uomini o donne, giovani o meno): questa è la vita di Encolpio ed Ascilto, due gaudenti ragazzi dell'antica Roma.
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