Regia di Vahid Jalilvand vedi scheda film
Un medico (Aghaee) urta accidentalmente una moto sulla quale viaggia una coppia con i suoi due figli. L'uomo si ferma per soccorrerli, si accerta scrupolosamente che il maggiore dei due bambini, che lamenta male alla testa, sia in buone condizioni e insiste affinché la famiglia si rechi nel più vicino ospedale. Sordi alle esortazioni del medico, i due genitori si trovano il giorno seguente con un figlio in meno. Il medico crede di avere una responsabilità nella morte del piccolo, ma l'accertamento autoptico rivela che la causa è un'altra: il bambino è morto per botulismo dopo avere mangiato carne avariata ed avere avuto dolori per quasi una settimana. Il padre (Behbahani) non riesce a capacitarsene, cerca e trova vendetta con chi gli ha venduto quella carne. Ma il medico ancora non è convinto che la vera causa della morte sia quella e chiede una riesumazione del cadavere.
Il dubbio si inscrive di diritto sul solco di film come Melbourne e Il cliente, opere che pongono questioni etiche incastonate in un ambiente narrativo impeccabile, con sceneggiature robustissime. È la cifra del nuovo cinema iraniano, costretto ad aguzzare l'ingegno per oltrepassare i limiti di un regime che non gradisce il realismo da strada, confinando i racconti quasi interamente all'interno di spazi chiusi (qui case, ospedali e l'interno di una fabbrica, mentre l'unica scena in esterni è girata di notte), nei quali si sprigionano tutti i dilemmi dell'animo umano.
Premio 'Orizzonti' per la migliore regia, premio 'Orizzonti' per la miglior interpretazione maschile a Navid Mohammadzadeh alla 74esima mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2017).
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