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Disappearance

Regia di Ali Asgari vedi scheda film

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La recensione su Disappearance

di supadany
7 stelle

Venezia 74 – Orizzonti.

Per quanto possano essere giuste o sbagliate, ogni sistema sociale ha le sue leggi di stato e regole implicite che determinano il comportamento dei cittadini, producendo nei confronti di chi commette delle leggerezze, situazioni problematiche da cui è possibile provare a sottrarsi solamente accampando scuse e bugie.

Quest’ultime però, si sa, hanno le gambe corte e per quanto i soldi possano fornire un’alternativa di ripiego, per sistemare un grosso guaio ne occorrano tanti e superato il problema non è nemmeno detto non ne seguano degli altri, a quel punto non raggirabili.

Teheran, è piena notte quando una ragazza (Nazanin Ahmadi) si presenta in un ospedale pubblico con una ferita, secondo quanto dice provocata da una violenza sessuale.

Il suo racconto non convince gli addetti in servizio, che per agire necessitano della presenza del padre, e la ragazza decide di recarsi altrove, accompagnata dal suo ragazzo (Amir Reza Ranjbaran).

Appare chiaro come il suo racconto nasconda una verità ben lontana da quanto dice agli interlocutori di turno.

 

Sadaf Asgari, Amir Reza Ranjbaran

Disappearance (2017): Sadaf Asgari, Amir Reza Ranjbaran

 

Negli ultimi anni, chi frequenta i festival cinematografici ha visto accrescere considerevolmente la quantità di opere iraniane. Evidentemente, tra un’apertura sempre maggiore al mondo occidentale e una struttura sociale ancorata alle tradizioni, i soggetti per descrivere le distorsioni dovute a disequilibri sempre più macroscopici abbondano.

Così anche Disappearance presenta uno spunto corroborante a questa tesi, mettendo a confronto generazioni differenti pur tenendone una fuori campo, i cui effetti sono comunque maggiori di un vero e proprio soggetto attivo,

Ali Asgari entra subito nel vivo saltando ogni sorta di preambolo, spariglia le carte e fa intuire che qualcosa non torna in quel che vediamo avvenire nell’arco di una sola nottata.

La sua proposizione è metodica e sicura, utilizza giovani non sufficientemente scafati per farla franca e li mette al cospetto del sistema, sempre avendo chiare le conseguenze della loro leggerezza. Quello che in Iran è uno scoglio superabile solo facendo dei sacrifici che peseranno per tutta la vita, in un caso perché si attinge a un fondo per gli studi e nell’altro perché i segni di quanto accaduto rimarranno sul corpo della ragazza, sembra lontani anni luce dalla nostra realtà.

C’è quindi un atto di accusa verso un sistema che non sorregge come dovrebbe alcune categorie specifiche, una visione del presente e del futuro prossimo tutt’altro che radiosa, in cui presumibilmente l’impaccio della protagonista e il nervosismo del suo ragazzo dovranno fare i conti con una realtà che non gli perdonerà niente.

 

Sadaf Asgari, Amir Reza Ranjbaran

Disappearance (2017): Sadaf Asgari, Amir Reza Ranjbaran

 

In più, il regista dimostra di sapersi muovere agevolmente e con leggerezza tra i corridoi degli ospedali, mentre mostrando un sistema rigidamente non raggirabile, riesce probabilmente a soddisfare anche chi, penso soprattutto in Iran e nazioni di cultura similare, è fermamente legato a tradizioni secolari.

È così che, seguendo con partecipazione una peregrinazione sempre più ansiogena, con il tempo a fare la parte del tiranno, Ali Asgari arriva a un finale fatto di silenzi e sguardi persi nel vuoto, descrivendo l’irragionevolezza di un pensiero che mette i valori - giusti o sbagliati che siano poco cambia - davanti all’interesse per il bene delle persone.

Amaro e aderente, adatto per una riflessione che coinvolge nello stesso modo genitori e figli di ogni latitudine.

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