Regia di Paolo Heusch vedi scheda film
Su gentile richiesta del carissimo utente e amico Antonio De Curtis, nonchè sfegatato fan del principe di Bisanzio(e della risata) Toto', mi accingo a scrivere su un film tra i piu' controversi della carriera attoriale del genio partenopeo."Il comandante" rappresenta un pezzo atipico nella filmografia di Toto',dev'esser pur visto pero' come autentico spunto di riflessione per le sue tematiche e sopratutto per i vezzi recitativi del 'Principe' questa volta dal sapore inedito.Siamo nel 1964 e Toto' ha iniziato la fase "calante" di una gloriosa carriera,oramai cieco e appesantito, l'attore ha una breve autonomia recitativa e la sua figura "plateale" adorata all'unisono da un ampia fetta d'Italia si va offuscando per l'avvento di giovani comici come Alberto Sordi.Paradossalmente in questo periodo inizia una sorta di rivalutazione artistica dell'attore,il cui apice lo si avra' con la trilogia "Pasoliniana",un epilogo carrieristico glorioso per un genio dell'arte comica considerato un guitto di serieB dall'intellighenzia "Snob" capeggiata dal critico Aristarco."Il comandante" entra di diritto nell'inizio di questa fase,in cui i produttori e i registi esautorano Toto' dal registro comico affidandolo ad un impostazione del personaggio lontano anni luce dai lazzi, gli sberleffi e battute nonsense che ne hanno contraddistinto l'intera carriera.Ne "Il comandante" l'attore napoletano interpreta un personaggio crepuscolare,un generale dei carabinieri appena andato in pensione che non si riesce ad adattare alla nuova condizione di vita.Un film metafora di una condizione esistenziale amara,una crisi psicologica di chi fino ad allora ha detenuto ed era un volto del "Potere" ed ora si ritrova anziano da rottamare.Soggettista del film fu Rodolfo Sonego stimatissimo da Toto' ed abituale sceneggiatore dei film di Sordi.L'idea di fondo del film era ottima,una morfologia umanistica che una regia e una sceneggiatura flebile non riescono a far sbocciare completamente."Il Comandante" rimane incompleto in forme espressive che sfiorano il patetismo e ci lasciano col dubbio o l'amaro in bocca.Bisogna considerare anche che Sonego abituato al trasformismo di Sordi,aveva cucito per Toto' un personaggio rigido nella sua fissita' che il geniale attore rende umano nelle debolezze e fragilita'.Bisogna pero' riconoscere a questo film una sua importanza,rilevante da un Toto' assolutamente inedito fuori dalla farsa o dai clichè marionettistici.Il Gen.Antonio Cavalli non ha il volto furbo di un Felice Sciosciammocca o Antonio Esposito di "Guardie e Ladri",egli conserva un carattere burbero,ombroso e scostante,una personalita' che nel finale cade nel patetismo,un gioco sporco compiuto dalla moglie ai suoi danni,un pietismo malsopportato in uomo "di potere" come lui,una parvenza illusoria di una "nuova vita" a cui lui si sottomette divenendone vittima e consegnandosi alla rassegnazione di una dorata pensione.Peccato per un film ottimo nello spunto ma inconcludente nella forma,come sempre Toto' è magniloquente,dimostrando di saper essere grande anche nel registro drammatico,ma la regia dell'"ambizioso" Paolo Heusch rimane timida e statica,ancorata ad una palese inespressivita' di un impianto che si salva grazie agli attori.Comunque sia "Il comandante" è una di quelle pellicole da rivalutare,non tanto per velleita' autoriali,ma perchè ci mostra un Toto' atipico,triste e amaro,a tratti anche comico,ma di un riso a denti stretti,ma pur sempre grande nella sua "TRISTE MASCHERA" di Generale,comandante o se vogliamo "Leone ferito".....
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