Regia di Paolo Heusch vedi scheda film
Con questo film, Totò cercò di uscire dalla macchietta nella quale rischiava di annodarsi il suo personaggio: di questo periodo, infatti, sono due tra i suoi film peggiori, come Totò di notte n. 1 e Totò sexy. La regia corretta di Heusch asseconda questo tentativo, nell’affrontare un tema tutto sommato ancora oggi d’attualità. La sceneggiatura denuncia (ma non è detto che sia un difetto) la mano di Rodolfo Sonego, nel descrivere questo personaggio che, ottenuta per grazia ricevuta una sinecura, vuole rendersi utile tanto da mettersi nei guai. Notevoli alcuni pezzi di bravura di Totò, il quale, quasi cieco, dimostra di avere affinato le proprie capacità recitative, ben oltre le semplici doti mimiche o le qualità di attor comico. Basti vedere la sequenza nella quale il protagonista si aggira fra i tavoli da gioco allestiti dalla moglie, conclusa con le impagabili espressioni con le quali si dà un contegno mentre ascolta Guarda come dondolo alla radio.
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