Regia di Rä di Martino vedi scheda film
Una regista la Rä di Martino che mette intelligentemente e coraggiosamente in scena, nel suo primo lungometraggio, la personale idea di meta-cinema dribblando con successo manierismo e autorialità intellettualoide.
Complimenti alla regista Ra di Martino per il coraggio di una opera prima che inscena una intelligente ed estetica (ma non estetizzante) rappresentazione di meta-cinema dove il cinema racconta il cinema e dove l'attore racconta l'uomo-attore con simmetrie tra il lavoro e la vita privata. Marrakech si mostra, e si racconta pure lei, nella sua vita reale distorta da cambiamenti sociali e ambienti imborghesiti lontani dalla sua cultura e dalle sue genti. In 'Controfigura" si respira una intelligente e delicata messa in scena dei temi sopradescritti con una durata (giusta) di 70 minuti che non appesantisce la visione. Nel meta-cinema di Ra la troupe del film, mentre si prepara a fare il remake de "The swimmer" vecchio film con Burt Lancaster, si auto-registra nei dialoghi, nei fuoriscena, nella vita privata di attori e comprimari; l'ultima scena con Timi e la Golino sarà la unica vera scena del film che si sta girando.... lo si capisce dalla perfetta recita, tutto quello cioè che il cinema ci offre come una grande finzione. Finzione destinata a sparire come il nuotatore alla diga. Speriamo non sparisca il cinema di Rà. Opera questa che si avvicina alla cinematografia di Andrea Baracco ("La logica delle cose") o, ancora, del cinema sperimentale di Eugene Green ('La Sapienza") pur non giungendo, ovviamente, alla medesima potenza visiva ed espressiva. La di Martino dribbla sinceramente il manierismo rimanendo saldamente sui binari della sincerità e dell'amore verso una maniera personale di intendere il meta-cinema.
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