Regia di Ladislav Smoljak vedi scheda film
Voto: 7,5/10.
Pubblico: imdb 7,8/10 – filmtv (IT) 4,0/5 – kinopoisk (RU) 7,9/10 – mtime (CI) 7,8/10
Critica: filmtv (IT) DISCRETO
Dizionari: –
Spesso mi occupo di "ghost-movies", in questo caso ci troviamo di fronte ad uno dei migliori rappresentanti della categoria: di questo film non esiste una mezza riga in nessuno dei dizionari italiani di cinema, dal Mereghetti al Morandini, passando per il Farinotti. Ed è un peccato, perché “Corri ragazzo corri” (titolo originale “Vrchni, prchni!”, ovvero “Capo, scappa!”) merita davvero una visione (nel mio caso devo ringraziare Baliverna). Trattasi di una curiosa commedia proveniente dall’ormai scomparsa Cecoslovacchia, girata nel 1980 da Ladislav Smoljak, incentrata sulle avventure di un modesto libraio e accanito tombeur de femmes, Dalibor Vrána, sposato con figlio. L’uomo conduce, in una non certo turistica (almeno come la si conosce oggi) Praga, una vita fatta di molte ristrettezze economiche, come il regista ci mostra fin dall’inizio della pellicola: la sua attività non gli frutta grandi somme, per qualsiasi spesa deve rendere conto alla moglie, la sua “auto” è una specie di triciclo del Paleolitico Superiore e nel suo condominio ha a che fare con vicini piuttosto strambi (ai quali deve pure dei soldi). Un giorno è invitato ad una rimpatriata con gli ex compagni di scuola e, vestito in smoking, viene scambiato per un cameriere. Et voilà l’idea: per arrotondare, si finge garçon intrufolandosi in tutti i ristoranti che gli capitano sotto tiro riscuotendo i conti dei clienti e fuggendo rapidamente, prima che arrivi il vero responsabile. Per copertura racconta alla moglie di suonare con un gruppetto di musicisti in giro per i locali. Lo stratagemma funziona alla perfezione (a volte con l’ausilio di baffi e parrucca, quando la tv fornisce l’identikit del cameriere truffatore) e Dalibor può pure permettersi una macchina nuova (che cercherà goffamente di nascondere) e una vacanza sulla neve con i figli avuti dalle precedenti relazioni…
Come per altri film dell’est Europa, il punto di forza di “Corri ragazzo corri” è quello di divertire lo spettatore grazie ad un umorismo sottile, quasi impercettibile, mai sboccato, raccontando contemporaneamente la vita di quegli anni, le difficoltà di una nazione ancora pesantemente sotto l’influenza dell’Unione Sovietica: e anche in questa pellicola vengono mostrate persone qualsiasi nella loro quotidianità, con professioni umili e abitazioni semplici, a cui da un significativo contributo la fotografia di Ivan Slapeta (fatta di colori spenti, molti grigi, ambienti essenziali). Una peculiarità notevole trovo risieda nella colonna sonora “stile folk” (composta da Jaroslav Uhlír e Zdenek Sverák), particolarmente frizzante. E tra le sequenze divertenti annovero Dalibor che truffa i clienti (assolutamente impazienti di pagare) inventandosi sul momento i prezzi e il conto finale, condendo il tutto con una (apparentemente) navigata gestualità (e certe inquadrature di Smoljak sono fortissime, come quando la mdp ferma riprende sul proprio asse 3 o 4 sale da pranzo comunicanti una dietro l’altra, col finto cameriere che saltella da un tavolo all’altro e col vero inserviente perennemente indietro di una sala); le sue disavventure col suo mezzo di locomozione (sia quando non riesce a sorpassare un pullman e, fermato per un controllo, fa pena ai poliziotti, sia quando tampona un’auto in sosta dovendosi poi giustificare col proprietario: “Direi che è stata una bella botta”; “No, non è niente, la carrozzeria è di tela”); gli strambi vicini fissati con la manutenzione della propria auto e con abiti eccentrici; Dalibor che si finge ingegnere davanti al vicino credulone non fermandosi nemmeno quando viene sgamato da sua moglie; l’esibizione sgangherata e stonatissima davanti al suocero; le fantasie a luci rosse del protagonista ogni qualvolta gli capiti davanti una donna; l’inseguimento “di categoria” (sul finale) per le vie di Praga.
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