Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Neppure un anno è passato dal terremoto dell'agosto 2016, ad Amatrice ancora rimangono macerie su macerie e persone traumatizzate che hanno perso tanto, o addirittura tutto. Gianni Amelio si reca sul posto per osservare la situazione.
Amelio entra 'in casa d'altri' con passo morbido, cercando giustamente di non disturbare ed evitando i due errori più fastidiosi di questo tipo di lavori: la retorica, con il suo bagaglio di ipocrisia, e il superfluo accanimento sul dolore altrui, tipico dei telegiornali e dei servizi d'inchiesta. Casa d'altri funziona perciò benissimo: dice quel che conta dire e lo fa con parole accorte, lasciando che siano pronunciate da chi sul posto c'era e c'è tuttora, registrando le opinioni di chi ha effettuato i soccorsi e di chi sta collaborando alla ricostruzione. Coprodotto dalla Rai, il cortometraggio - poco più di un quarto d'ora di durata - ha tanti pregi notevoli e la constatazione non sorpende data la firma in regia, quella di un cineasta da sempre attento al lato 'civile' del suo mestiere, consapevole della portata del mezzo televisivo e di quello cinematografico in termini di sensibilizzazione del pubblico. Soprattutto va sottolineato l'atteggiamento del lavoro quale testimonianza - laconica e il più possibile impersonale - e non semplice e sterile denuncia, in controtendenza con una diffusa voglia di facile giustizialismo, di indici puntati e di conseguente spettacolarizzazione del dolore. 7/10.
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