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Manhunt

Regia di John Woo vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Manhunt

di AndreaVenuti
8 stelle

Manhunt è una co-produzione tra Cina e Hong Kong (Media Asia) del 2017, diretta dalla leggenda del cinema d'azione John Woo; l'ultima fatica del maestro Woo si presenta come un remake dell'omonimo film di Junya Sato (1976) interpretato da Ken Takamura tuttavia fin dalla sequenza iniziale capiamo come il film sia tutto tranne che un "semplice" remake.

Manhunt è stato presentato fuori concorso alla 74° Mostra cinematografica di Venezia.

locandina

Manhunt (2017): locandina

Sinossi: Du Qiu (Zhang Hanyu) è un avvocato che lavora in Giappone per una nota compagnia farmaceutica, una sera al termine un party si troverà, suo malgrado, invischiato in un caso di omicidio; il detective Yamura (Masaharu Fukuyama) dopo aver scoperto dell'il'innocenza dell'avvocato deciderà di aiutarlo...

 

Come già accenato in precedenza l'obiettivo di Woo non è assolutamente quello di realizzare un classico remake e lo si capisce subito dall'incipit: Il film si apre con Du Qiu che si reca in un piccolo ristorantino gestito da due donne, il locale sta per chiudere per mancanza di provviste tuttavia una delle due donne decide di offrigli l'ultimo goccio di sakè, i due incominciano a parlare di "vecchi film che ormai non si fanno più" , sfortunatamente verrano interrotti dall'entrata nel locale di un gruppo di uomini dai modi bruschi (probabilmente yakuza). Du Qiu , dopo aver difeso la ragazza, esce dal locale per recuperare uno di questi vecchi film da guardare con lei, in sua assenza le due donne si rivelano essere due killer letali e spietate: la scena sia per location sia per regia (uso fantasmagorico del rallenty, costruzione dello spazio e le ormai classiche doppie pistole) richiama una delle celebri sequenze di A Better Tomorrow.

Woo mette subito in chiaro le cose, si torna ai fasti "antichi" dove action era sinomio di poesia.

 

Manhunt possiamo quindi consideralo come una summa di tutto il cinema di John Woo, la sua poetica ritorna in una forma e linguaggio più splendente che mai; con Woo,ad esempio, la tecnica del rallenty assume mille sfumature diverse:

-espediente per chiarificare una sequenza d'azione complessa 

-indirizzare lo spettatore su un determinato dettaglio  

-enfatizzazione drammaturgica dell'evento 

-momento di contemplazione.

Tutto questo è fortemente presente nel film.

 

Oltre ad un uso sperimentale e sapiente del rallenty ritroviamo altri marchi di fabbrica del regista dalle carrellate ad un montaggio dell'inquadratura serrata (di solito nel pieno dell'azione le sue inquadrature duramo 1/2 secondi), con una logica dei racordi rispettata dove l'azione rimane sempre leggibile, fino ad arrivare all'immancabile colomba la cui apparizione è altamente simbolica richiamando la religione cattolica, ancora di salvezza per il regista durante la sua difficile infanzia (mi riferisco al secondo incontro/scontro tra Qiu ed il detective Yamura): «sono cresciuto con la ferma convinzione di vivere dignitosamente senza cadere nella tentazione della delinquenza» john Woo.

Continuando con la poetica del regista segnalo la presenza di un altro tassello significativo ossia il passato che invade il presente con flashback molto brevi e altamente drammatici (una giovane donna assiste all'uccisione del suo amato durante la cerimonia delle proprie nozze) .

 

Anche i due protagonisti sono i più classici degli eroi del cinema Woo, a tal proposito subito dopo l'iniziale scontro tra i due si instaura un rapporto di fiducia e rispetto dove ritroviamo l'amicizia virile cara al regista, entrambi pronti a sacrificarsi l'uno per l'atro.

Ottime le loro performance, Woo è solito puntare su attori con la A maiuscola; Qiu è interpretato dal cinese Zhang Hanyu (lo riorderete per essere stato il protagonista di The Taking of Tiger Mountain di Tsui Hark oppure lo rivedremo presto negli schermi del Far East Film Festival di Udine in Operation Red Sea di Dante Lam) mentre Fukuyama (detective Yamura) oltre ad essere una super star del mondo musicale si è scoperto grande attore grazie a Hirozaku Kooreda (segnalo anche la presenza dell'attrice sud-corea ,una dei 2 killer, Ha Ji-woon oltre ad un'altra leggenda giapponese: Naoto Takenaka.)

Hanyu Zhang, Masaharu Fukuyama

Manhunt (2017): Hanyu Zhang, Masaharu Fukuyama

John Woo è tornato più agguerito che mai e ci regala 106 minuti di pura grande azione dove le pallottole si trasformano in poesie 

 

 

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