Regia di Dario Albertini vedi scheda film
Manuel sta per compiere 18 anni. Finalmente potrà uscire dall’istituto in cui ha trascorso gli ultimi anni a causa della detenzione in carcere di sua madre. Il ragazzo potrà tornare a vivere con lei, a cui verranno dati gli arresti domiciliari, se si dimostrerà sufficientemente maturo da trovare un lavoro e pensare al sostentamento familiare.
Manuel è una storia di borgata, dagli evidenti riflessi pasoliniani come accade ogni volta che il cinema italiano si prende la briga di andare a indagare nei quartieri periferici della Capitale; una vicenda drammatica, che annega nella disperazione di un’emergenza quotidiana, perpetua e inesorabile, fra palazzoni senz’anima e istituzioni totali come unici scenari possibili. E soprattutto è l’esordio di Dario Albertini come regista, ma anche come sceneggiatore (insieme a Simone Ranucci) e come coautore, con Ivo Parlati, Sarah McTeigue e Michael Brunnock, delle musiche. Ben fatto, senza dubbio: Manuel è un prodotto adeguatamente confezionato e ricco di argomenti pressanti, dotato di un ritmo vivace a sufficienza e giocato attorno al concetto snervante delle colpe dei genitori che ricadono sui figli. Da sottolineare l’interpretazione del giovane protagonista, Andrea Lattanzi, al cui fianco compaiono Francesca Antonelli, Raffaella Rea, Giulio Beranek, Giulia Gorietti, Monica Carpanese, Renato Scarpa e Alessandro Di Carlo. Ottimo modo infine per dimostrare come basso budget e apprezzabile qualità siano talvolta sinonimi. 6/10.
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