Regia di Dario Albertini vedi scheda film
bello il poster del film; un disegno del protagonista a matita, da finire.
ed esattamente come succede spesso al protagonista come mette piede fuori dalla casa famiglia, anche a me è successo di sentirmi oppresso e a disagio durante la visione.
manuel è un ragazzone che DEVE dimostrare il triplo degli altri; un terzo per sè stesso, un terzo per la madre e l'ultimo terzo per entrambi.
dentro alla casa famiglia si era rotto il cazzo di farsi dire cosa doveva fare, ma fuori non ha più nessuno che gli dice cosa deve fare e per di più deve garantire pure per la madre, per averla ai domiciliari.
albertini riesce a dare il senso di soffocamento del protagonista strozzato in una situazione spazio-psicologica piuttosto pesante.
un amico gli prospetta soldi facili e a palate in albania, ma lui deve rigare dritto lì in quella periferia che lo ha visto nascere, crescere e delinquere e che ora gli sbatte in faccia la responsabilità del proprio futuro e del futuro di una genitrice che gli si appoggia completamente .
normale che manuel abbia dei dubbi e salga su un pullman per l'albania, salvo poi piangere a dirotto come un bambino implorando l'autista di fermare e farlo scendere.
più della scena onirica sott'acqua, o dei confronti con la madre, a colpire sono la bellissima scena drogata in discoteca(sognata?.... ricordata?....) e il confronto con il falegname e i suoi ricordi in casa famiglia e il successivo imbarazzato incontro con la prostituta, a dare un senso all'ultimissima e umanissima scena che chiude il film e ci accompagna sui titoli di coda.
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