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Professione reporter

Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film

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La recensione su Professione reporter

di dedo
4 stelle

Il film, di oltre due ore, mi ha lasciato di stucco. Non ho capito niente, mi sono annoiato a morte e più passava il tempo in attesa di qualcosa, quasi ipnotizzato come quando si è di fronte ad uno spettacolo orrendo e non si riesce a staccare gli occhi. Michelangelo Antonioni è a detta sia dei critici che di un'ampia schiera di attori un grande regista. Rispetto tutte le opinioni ma a me non ha fatto effetto (me lo dovevo aspettare quando vidi "deserto rosso") e pur sforzandomi di ritrovare in quest'opera un significato non ci sono riuscito. E' il regista dell'incomunicabilità ed in questo è veramente bravo: non mi ha comunicato niente. Ho letto quanto i critici hanno scritto ma le loro opininioni non concordano e ne esco confuso ancora di più. Una cosa è certa: se "capolavoro" è l'opera migliore di un artista in una determinata epoca, questo film non può essere un capolavoro. E' l'opera di un intellettuale, fatta per un gruppo ristretto di intenditori. Il fatto è che non apprezzando questo film si crea un coro di proteste da chi lo ha invece goduto (quanti in buona fede ?) e da questo si induce al silenzio chi non l'ha apprezzato nel timore di essere considerato un incapace di capire (in una mia opinione negativa precedente sono stato invitato a smettere di vedere film e di dedicarmi al gioco del poker). Ma capire che cosa: una storia che non sta nè in cielo nè in terra. un dialogo stralunato, per fortuna ridottissimo, l'esistenza di un uomo all'apice del successo che stufo della sua vita si sostituisce ad un altra persona e, alla ricerca di se stesso, si mette a girare non per il mondo ma attraverso la campagna spagnola. Neppure l'incontro casuale con una bella ragazza, con la quale il dialogo è criptico e non riesce a catturare l'attenzione, ha il potere di alleviare questa sua ricerca, che alla fine si conclude male. Forse è questo il messaggio ?. O forse è qualcosaltro ? . Poteva questo intento (credo che questa sia la chiave di lettura del film) essere trasmesso in modo diverso ? Direi di si, cioè poteva essere esplicito, ma soprattutto chiaro e comprensibile perchè al cinema ci vanno i professionisti e gli intellettuali (anche gli pseudointellettuali), ma anche gente comune che, come me, alla fine si domanda: ma cosa sono andato a vedere ?. Prendiamo uno dei momenti dichiarati dalla critica eccezionali: i famori ultimi 7 minuti. Il giornalista, dopo lunghi vagabondaggi, entra in albergo e si sdraia sul letto. La cinepresa si apre verso l'esterno, avanzando con estrema lentezza (7 minuti) e, attraverso una grata ti consente di vedere una ampia piazza spagnola abbagliante di luce, polverosa, immersa in un silenzio assorsante ma in cui NON SUCCEDE NIENTE. Al termine la polizia raggiunte il giornalista e lo trova morto: l'hanno ammazzato ? ha avuto un ictus od un infarto ? è morto per la stanchezza ? per la noia ?. L'espediente della cinepresa è un puro (diciamo anche originale) tecnicismo, un espediente che non porta a chiarire il messaggio del film. Vuole forse indicarci che la vita è vuota ? che il destino non ha in serbo per te sorprese ? possibilità soddisfacenti ? che sei su questo mondo per vivere un'esistenza inutile ? che è bello essere nickilista. Certo che se nel film c'è un messaggio neppure la maieutica sarebbe in grado di tirarlo fuori. Mi si dirà che non sono un buon cinefilo perchè non sono riuscito a capire questo lavoro. E allora ? forse perchè non ho questa ipotetica qualità devo smettere di vedere film ? Ero già maturo negli anni quando il film uscì e non posso non ricordare la "cantatrice calva" di Jonesco o "aspettando Godot" di Beckett usciti fra il '50 e il '53, quindi scritti molti anni prima, opere pure molto discusse, ma che sono convinto abbiano qualche contatto col film e comunque sono opere superate. Sulla recitazione di Nicholson ci sarebbe molto da dire. La considero la sua peggiore interpretazione e non per colpa sua (l'immagine della sua caminata stanca lo fa somigliare più a un cammello che ad un uomo esausto). Ammetto che montaggio e fotografia sono abili e bene utilizzati, ma non bastano per tenere in piedi questo film. Si potrà discutere quanto si vuole (sempre civilmente) ma non si potrà mai mettere in discussione il mio diritto di pensare e di esternare le mie opinini. Voto 4

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