Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Inizio veramente intrigante: un giornalista in trasferta africana, lontano dalla casa e dalla famiglia, decide di assumere l’identità di un morto che gli assomiglia senza sapere in che guai andrà a cacciarsi. Sarà anche perché Nicholson ha la faccia giusta, la speranza mette le ali: forse questa volta Antonioni ha deciso di dirigere un film come quelli veri, dove succedono le cose, i personaggi hanno una loro credibilità psicologica e parlano come le persone normali. Invece, a poco a poco, riecco il solito vagabondare insensato, i soliti dialoghi inascoltabili. E il pur pregevole piano sequenza finale, con l’omicidio fuori campo, trova uno spettatore ormai esausto ed esasperato.
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