Regia di Savi Gabizon vedi scheda film
VENEZIA 74 - GIORNATE DEGLI AUTORI
Un ricco industriale scapolo viene contattato da una antica fiamma del periodo universitario e riceve, per l'occasione, due rivelazioni sconvolgenti: è stato padre inconsapevole perché non informato, ed in più di un ragazzo morto di recente a 19 anni a seguito di un tragico incidente con la moto.
La donna non gli rivelo' mai la paternità per il fatto che si erano già lasciati, e in ragione del fatto che l'uomo si era sempre dichiarato contrario a divenire padre, soprattutto a seguito delle percosse ricevute dal suo severo genitore ai tempi dell'adolescenza, e dunque timoroso di riservare lo stesso trattamento ad una sua ipotetica progenie.
La notizia sconvolge al punto l'uomo da indurlo a voler rivivere nei dettagli parti di una vita, quella del figlio, ormai irrimediabilmente spezzata: frequentare la classe del figlio, apprendendo tra l'altro particolari chiave di una ossessione amorosa che ne causò indirettamente l'incidente mortale; conoscendo un altro padre "orfano di figlio", anzi di figlia, ed arrivando al folle, ma per certi versi comprensibile progetto di unire in un matrimonio post morte le anime infelici dei sue giovani.
Ma organizzare il tutto dara' inizio ad una cascata di problematiche, con forti ripercussioni morali e pratiche su tutti gli implicati a quel folle progetto.
Amore e morte, accettazione tardiva di paternità e un delirante, ma comprensibile progetto di matrimonio tra due adolescenti deceduti prematuramente, organizzato postumo dai quattro genitori, tre dei quali molto perplessi, ma rassegnati alla tenace volontà di un padre tardivo quanto entusiasta del suo ruolo.
Si gioca sin troppo sui sentimenti, sull'evolversi di una escalation di avvenimenti degni di una soap, ma Longing, a tratti sin troppo furbo e costruito scientemente per stupire, si fa forte dei suoi bravi attori (alcuni a noi già come il protaonista Shai Avivi, gia visto a Cannes 2016 nel similare dramma familiare con figlio morto "Una settimana e un giorno" - ma più cinico e meno compiaciuto di questo) per conquistarsi un posto nella sensibilità di molti spettatori.
Il regista Savi Gabizon agisce per accumulo di situazioni deflagranti, ed inserisce pure citazioni onirico-felliniane come la visione in sogno della avvenente prof. del figlio nuda ed ansimante in versione gigante (alla Anitona insomma), seduta in estasi amorosa sul tetto di un palazzo con gamba a ciondolonu sul marciapiede. Il pubblico almeno un po' ci casca ed accondiscende, apprezza, applaude, gradendo il tutto con manifesta passione ed un misto di commozione telecomandata scaltramente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta