Trama
Un ospizio incastrato in mezzo ai monti della Svizzera, circondato da un giardino vasto come un parco, è l'unico luogo di cui Anna, bambina di strada, nata da una famiglia di jenish, abbia memoria. Il luogo, ameno e sinistro al contempo, è stato riconvertito in una silenziosa clinica per anziani. Anna è un'infermiera capace ed austera. Unica compagnia della sua vita è Hans, zingaro come lei. Hans fa il giardiniere e scava senza sosta per Anna, alla ricerca di qualcosa. Il passato torna, sotto forma di una vecchia malata e dai modi gentili, Gertrud. Dentro la triangolazione Anna-Gertrud-Hans, la clinica perde i contorni attuali e torna quella che era, ricovero coatto di bambini forzosamente sottratti alle famiglie, tempio di un progetto di eugenetica capitanato proprio da Gertrud. Anna riprende con più forza la ricerca di ciò che la rende schiava di quel luogo e di un'infanzia dolorosa che non termina mai. L'unico amore di una vita, la colpa primaria: Fransiska, amica-amata di una vita è colei di cui Anna ha perso le tracce, colei che cerca, ovunque, senza sosta.
Approfondimento
DOVE CADONO LE OMBRE: VENDETTA E PERDONO
Diretto da Valentina Pedicini e sceneggiato dalla stessa con Francesca Manieri, Dove cadono le ombre racconta la storia di Anna e Hans, infermiera e suo assistente di un istituto per anziani che ha preso il posto dell'ex orfanotrofio che li ha visti prigionieri durante l'infanzia. Anna e Hans continuano a vivere come intrappolati nel tempo e nello spazio fino a quando dal loro passato non riappare Gertrud, che porta con sé tutto l'orrore e il dolore di cui è stata artefice. Con la presenza di Gertrud, l'istituto torna a essere quello che era un tempo: un ricovero per bambini jenisch sottratti alle famiglie, il tempio di un progetto di eugenetica capitanato proprio dalla donna. Anna, schiava di quel luogo e di un'infanzia dolorosa che non termina mai, riprende allora le ricerche di Franziska, l'amica amata che cerca ovunque e senza sosta.
Con la direzione della fotografia di Vladan Radovic, le scenografie di Cristina Del Zotto, i costumi di Andrea Cavalletto e le musiche di Alessandro Paolini e Stefano Grosso, Dove cadono le ombre si ispira alla vera storia della scrittrice e poetessa svizzera Mariella Mehr che, di etnia jenisch, si è ritrovata vittima da bambina e adolescente del programma eugenetico Enfants de la grand-route, promosso dal Governo svizzero e considerato una sorta di genocidio vero e proprio. Sostenendo una politica che verteva a considerare i genitori jenisch come malati di mente, il governo strappava loro i figli e li rinchiudeva in orfanotrofi, istituti psichiatrici e prigioni, in nome del miglioramento della specie umana. Attuato dal 1926 al 1974, il programma di "recupero dei bambini di strada" (così veniva elegantemente chiamato) ha coinvolto un numero imprecisato di bambini nomadi (da 600 a 2000, a seconda delle stime), costretti a sopportare traumi psicologici e spesso anche fisici insuperabili. A raccontare il progetto è la stessa regista: "Anna, deve attraversare l'abisso per recuperare la sua identità jenisch, per uscire da un incubo lungo anni. Attorno a lei, Hans il gravedigger, Gertrud matrigna e carnefice, Franziska fantasma, ossessione. Tutti prigionieri di un universo chiuso e claustrofobico. Atmosfere astratte, suoni di terra scavata e ninna nanne, corpi di vecchi, di bambini mai cresciuti. Il presente è blu, come gli occhi di Anna, come un lago dietro il quale si nasconde il nulla. Il male è bianco, come il camice di Gertrud, come le pareti dell'ala ovest, la zona delle torture. Una favola nera, una riflessione sulla vendetta e il perdono".
Il cast
A dirigere Dove cadono le ombre è la regista Valentina Pedicini. Diplomatasi in regia presso la scuola internazionale del documentario Zelig, la Pedicini durante gli anni scolastici realizza i documentari Pater Noster, Mio sovversivo amore e My Marlboro City, selezionati in numerosi festival internazionali. Nel 2013… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
Argomento interessante ma raccontato con in modo incomprensibile ed estremamente lento. Basta! Non ho più voglia di sopportare film così.
commento di Artemisia1593Four ballssssss... voto 2 La noia che si trasforma in voglia di uscire di casa anziché vedere una cosa del genere...
commento di BradyUn incubo infantile. Una vergogna della "civiltà". Una storia che, doverosamente, vede la luce, ma fa fatica ad attraversarla.
leggi la recensione completa di OGMGià è dura resistere fino a 30' poi anche il Luogo dove è girato il Film riesce a fare esasperare e così timidamente ci s'addormenta beatamente.voto.2.
commento di chribio1Visto oggi film interessante con un'atmosfera malata e una bella interpretazione di Federica Rosellini. Una storia originale di avvenimenti accaduti in Svizzera. Bella la fotografia, praticamente tutto In Interni claustrofobico. Voto 7
commento di claudio1959