Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Chiedo cose orribili perché ci sono persone disposte a farle.
Seduto ad un tavolino in fondo ad un bar-tavola calda, un uomo ascolta i desideri di una serie di personaggi che ritengono che egli possa soddisfarli. L'uomo annota le richieste in una voluminosa agenda e stabilisce ciò che quelle persone dovranno fare perché il loro desiderio si realizzi...
Ancora una volta Paolo Genovese mette in scena una storia in cui si intrecciano le vicende di vari personaggi, le cui intersecazioni sfuggono ai diretti protagonisti, mentre di esse solo il pubblico riesce - almeno in parte - a rendersi conto.
Il "dramma", l'azione non sono fisici bensì contenuti nelle conversazioni tra il misterioso uomo e i suoi interlocutori. Il pathos si sviluppa non appena il personaggio si rende conto del prezzo che il suo desiderio gli costerà. Ed è un prezzo non solo teorico, ma concreto: l'uomo misterioso impone subito di progettare i dettagli delle varie operazioni o, a cose fatte, di descrivere minuziosamente le sensazioni provate e i pensieri espressi.
Un clima surreale che può essere reso credibile solo da buone prove attoriali, come di fatto avviene, concentrate sulla recitazione, verbale e non, stando seduti a un tavolino da cui non si può scappare, aiutate da una fotografia che gioca sulle sfumature di luce, sui dettagli dei visi, a creare l'impressione di un tempo presente ed eterno insieme, in un luogo dell'anima inaccessibile ai più.
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