Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Più dramma che commedia, film sulla famiglia. Cast stellare. Così, così.
I membri di una famiglia allargata, si ritrovano dopo tanto tempo insieme sull’isola di Ischia, allo scopo di partecipare alle nozze d’oro dei nonni, I patriarchi Sandrelli e Marescotti, benestanti proprietari di un ristorante; matrimonio che viene celebrato sull’Isola “verde” dopo l’arrivo degli ospiti; solo che dopo il rito e il pranzo, a causa di una tempesta e del mare grosso, restano tutti bloccati e loro malgrado sono costretti a pernottare lì, oltre il tempo previsto per il ricevimento. A quel punto comincia un logorante gioco al massacro, la faida di una famiglia sull’orlo di una crisi di nervi, in cui emergono antichi e nuovi rancori. C’è il primogenito nevroticamente passivo, Pierfrancesco Favino, che ha una figlia con l’ex moglie la Solarino, e un altro con la nuova e isterica compagna Carolina Crescentini, con la quale il rapporto è conflittuale a causa della gelosia di lei, che non gradisce la presenza della ex del marito, colmo dei colmi, sapremo alla fine che lei ha già da un anno in corso un’altra storia. Poi c’è la seconda figlia, la sempre bravissima Sabrina Impacciatore, che vive su un altro pianeta, simula ostinatamente una finta felicità coniugale, per non affrontare la triste realtà di donna tradita sistematicamente dal marito Morelli, che ha una o forse tante altre amanti. E poi c’è il figlio ribelle, Stefano Accorsi eterno Peter Pan, che dopo aver mandato in frantumi una relazione importante, giustifica le continue fughe, come spunti d’ispirazione per la sua sedicente attività di scrittore e che seduce la cugina frustrata e infelice Elena Cucci, che da una vita sta aspettando questo momento. Altra perla, la pecora nera della famiglia, il grande Tognazzi, cugino sfaccendato e squattrinato che aspetta un bambino da Giulia Michelini, al quale gli negano la possibilità di tornare a lavorare nel ristorante, da cui era stato allontanato in quanto inaffidabile, a sua volta ha un fratello, Massimo Ghini, affetto da Alzheimer, la cui moglie, Claudia Gerini, ormai stremata e stressata dalla situazione, sta per rinchiuderlo in una clinica specializzata: insomma i membri del parentado sono veramente tanti, c’è perfino il ceppo di discendenti , della sorella del nonno, l’immarcescibile Sandra Milo. L’isola non è solo un posto geografico, ma anche il luogo dell’anima, un passato da cui non si riesce ad affrancarsi, la stanza dei ricordi quelli belli, pochi ma soprattutto quelli brutti, che si vorrebbe rimuovere. Costruire un film corale non è facile, pochi cineasti ci sono riusciti, c’è il rischio di essere dispersivi, ipertrofici, di non approfondire la psicologia dei personaggi; inoltre la folla sul set procura disorientamento e per quanto il cast sia di grandissimo prestigio, non basta a dare omogeneità alla trama. “A casa tutti bene”, malgrado le migliori intenzioni, non funziona del tutto, non riesce a compattarsi e a farsi leggere come affresco di un dramma familiare e sentimentale; infatti Muccino che non è Scola e nemmeno Monicelli, a mio modesto avviso si perde dietro troppi personaggi e in mezzo a troppe storie, gli sfugge di mano sia il ritmo che la direzione del racconto. La “bomba” dei non detti tra coppie e familiari non è mai credibile, in quanto è evidente l’artifizio, lo stratagemma posticcio, che gioca sui più classici stereotipi della famiglia disfunzionale, facile imbattersi in situazioni già viste tante altre volte; tuttavia a fronte di questi difetti ,ci sono di molto buono, le prove attoriali che sono assolutamente pregevoli, in particolare quella della Sandrelli e di Tognazzi nonché di Sandra Milo, che a dispetto dell’età ancora dimostra di sapersi muovere benissimo sul set.
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