Regia di Jing Wu vedi scheda film
Wolf Warrior 2 è un film cinese del 2017, scritto,diretto ed interpretato da Wu Jing.
Il film è stato presentato al Far East Film Festival di Udine del 2018, mentre attualmente (giugno 2019) è visibile con doppiaggio italiano (di buon livello) su Prime Video.
Sinossi: Leng Feng, ex membro del corpo speciale wolf warrior dell'esercito cinese, lavora come tuttofare in navi mercantili su rotte africane; rimasto suo malgrado coinvolto in una guerra civile tra forze governative ed esercito ribelle in una non specificata zona africana.
Leng Feng dovrà impugnare nuovamente il fucile per salvare dei cittadini cinesi residenti in quei luoghi, in quanto l'esercito cinese non può operare ufficialmente, bloccato da accordi con l'ONU e quindi si affida all'ex soldato, dandogli carta bianca...
Wolf Warrior II per chi studia e analizza il cinema asiatico contemporaeno è un film da vedere, studiare e contestualizzare dal momento che segna una svolta determinante per l'industria cinematografica cinese; per prima cosa si tratta del maggior incasso della storia del cinema cinese, un film che ha spazzato via ogni record compreso il buon The Mermaid del maestro della commedia Stephen Chow (//www.filmtv.it/film/115494/the-mermaid/recensioni/954781/?fbclid=IwAR1_xP9KSkRIermEqdQYn0ThV5EhLi0ME8rf5ijJQDQQpwlA-xuo-tEfpKY#rfr:user-68566), risvegliando nel pubblico locale, un forte spirito patriottico il tutto grazie ad ud un lavoro produttivo studiato nel dettaglio in piena sinergia con il governo locale.
Walf Warrior II è un film politico pro Pechino fino al midollo con l'obiettivo di mostare al mondo quanto sia potente ed influente la Cina, dunque non sorprendetevi di vedere più volte sbandierata al cielo la bandiere cinese oppure pensiamo alle didascalie finali in cui viene evidenziato come il governo cinese sia sempre pronto ad aiutare i connazionali che lavoro all'estero.
La scelta di ambientare il tutto in terra africana inoltre non è assolutamente casuale dal momento che la Cina si è sempre dimostrata vigile alla presenza dei propri lavoratori nel continente africano infatti nel dopoguerra la giovane Repubblica Popolare maoista intervenne in difesa delle ex colonie.
Un altro aspetto determinate ed in parte sconvolgente se pensiamo al recente passato cinematografico cinese, riguarda la struttura generale dil film che richiama tantissimi archetipi del cinema muscolare americano di piena era Reagan, con un eroe solitario, coraggioso ed eroico pronto a tutto pur di eliminare la minaccia nemica. Quindi sorprende come il collettivo venga sostituito dal singolo, una chiara divergenza con l'essenza politica cinese ma il tutto è funzionale alla cuasa poichè i nemici sono gli americani, o meglio mercenari senza scrupolo dal grilletto facile.
Nel film inoltre emerge come la Cina sia una nazione dedita alla pace ma pronta militarmente in caso di minaccia, altro messaggio lanciato agli "amici" a stelle e striscie. Il film quindi è un mezzo propagandistico bello e buono, prodotto dalla China Film Group, una delle più importanti case di produzione e distribuzione in Cina, e visto il successo stratosferico il governo locale ha deciso di continuare a puntare forte sul mezzo cinema per veicolare messaggi e allo stesso tempo intrattenere le masse (come vedremo a breve il film è pieno di difetti ma diverte alla grande), a tal proposito il Dailan Wanda Group recentemente ha realizzato a Tsingtao una vera e propria "Città del cinema" con oltre 30 studios per una cifra d'investimento di circa 8 miliardi di dollari, numeri fantasmagorici.
A questo punto una domanda sorge spontanea, nel nuovo modello cinematografico cinese pro Pechino, patriottico e propagandistico si può ancora fare un cinema indipendente dal controllo statale? la risposta non è assolutamente semplice ma per il momento un nutrito numero di registi "dissidenti" tramite escamotage oppure co-produzioni estere, continua a proporre un cinema diverso; mi riferisco ovviamente ai registi della sesta generazione: Zhang Yuan, Wang Xiaoshuai, Lou Ye, Jia Zhangke, Wang Bing, Wang Chao, Guo Xiaolu oppure Diao Yinan.
Tornando su Wolf Warrior 2 è un film che pur presentando una serie di eventi trattati frettolosamente con l'inserimento di alcuni stereotipi ormai ridicoli e superati e accantonando un attimo il discorso propagandistico, complessivamente diverte grazie alle sbalorditive coreografie d'azione curate da Wu Jing dove gli effetti visvi e speciali (dignitosi) non surclassano l'ottimo lavoro di coordinazione di stunt incredibili; pensiamo ad esempio al piano sequenza iniziale in cui il protagonista si getta in acqua per fermare dei pirati oppure ai vari assalti dei ribelli che distruggono senza pietà dei villaggi, sequenze dove troviamo uno stile registico molto ricco tra panoramiche a schiaffi, long take e macchina a mano.
Infine l'azione pur essendo molto frenetica con un montaggio serrato è quasi sempre ben leggibile e mai caotica, mentre in alcuni frangenti si poteva evitare di utilizzare lo slow-motion a tratti troppo enfatico.
Wolf Warrior 2 è un guilty pleasure ottimo per chi cerca una serata a tutta birra in pieno stile anni Ottanta, con la speranza che il successo stratosferico di questo film non complichi la già non facile situazione per quei registi che ci propongono un cinema cinese di assoluta qualità lontana dal controllo governativo, mentre a livello puramente commerciale ormai il cinema locale se la gioca ad armi pari con i blockbuster americani (cito ad esempio il recente The Wandering Earth: //www.filmtv.it/film/169545/the-wandering-earth/recensioni/952917/#rfr:user-68566).
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