Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
L'ironia sul malcostume del Belpaese non va per il sottile, ma in fin dei conti sa dove andare a parare.
Poveri ma ricchissimi (2017): Christian De Sica, Enrico Brignano
Nonostante la commedia francese originale fosse stata nel frattempo munita di un seguito, le gesta dei Tucci si prolungano in un sequel del remake che non è un remake del sequel: Fausto Brizzi, che la Warner avrebbe tagliato fuori dalla campagna promozionale del film per le accuse di molestie sessuali nei suoi confronti, preferisce infatti comporre con Marco Martani e Luca Vecchi dei Pills un copione autonomo partendo da un soggetto che stende assieme a Martani e ai registi di Mine (Fabio Resinaro e Fabio Guaglione). Come accadeva per la prima puntata, la fulminea goduria da nababbi dei burini di Torresecca è poco verosimile ma nel suo piccolo veritiera: la canzonatura dell'ipocrisia e del malcostume del Belpaese non va per il sottile, ma in fin dei conti sa dove andare a parare. Come ribadiscono con brio la ficcante presa in giro di Cinquanta sfumature di grigio con Massimo Ciavarro e Lucia Ocone (conciata da Malefica), Christian De Sica in versione Donald Trump (l'idea è davvero geniale, checché se ne dica), l'apertura finale del fast food McTucci e il numero da musical paesano sui titoli di coda, è cinema orgoglioso del proprio innocuo sostrato popolaresco e della propria viscerale povertà ideativa (non c'è una situazione o una gag che non sia rubacchiata da qualcos'altro). Però chi si accontenta potrebbe non restare deluso: prendere o lasciare.
La colonna sonora reca la firma di Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti e Matteo Cantaluppi.
♥ Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
Poveri ma ricchissimi (2017): locandina
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