Regia di John Carpenter vedi scheda film
In una chiesa abbandonata di Los Angeles viene rinvenuto uno strano e macabro liquido verde. Una squadra di ricerca guidata da un noto fisico si trasferisce nella chiesa per studiare da vicino il fluido, senza immaginare che su di loro sta per scagliarsi il male del mondo. Trama semplice, risultato eccezionale. Dopo il grande flop commerciale di "Grosso guaio a Chinatown" Carpenter torna a girare con pochi spiccioli, mostrando la sua indiscussa capacità di poter ottenere un risultato incredibile anche senza budget allucinanti. Il film, un horror puro, terrorizza. L'alta tensione che il regista mette sullo schermo si protrae praticamente per tutta la pellicola, raggiungendo il alcune occasioni picchi incredibili che mandano le palpitazioni a mille. Carpenter dimostra di avere una grande padronanza nel dirigere l'horror (sa dirigere qualsiasi cosa in realtà), non scadendo mai nei clichè del genere e sfruttando alcuni elementi narrativi in modo assolutamente originale. E, in questo caso, la poetica carpenteriana ha modo di emergere ancora meglio rispetto al film precedente, scagliandosi questa volta contro la religione e le sue falsità. Nel film ci viene mostrato come la chiesa abbia celato una pesantissima verità per duemila anni, simboleggiando la falsità e le ipocrisie di un'istituzione che Carpenter rifiuta assolutamente, e concentrandosi soprattutto sulla raffigurazione dell'uomo, esso stesso "specchio" del male. In modo molto simile a quanto fatto con "La cosa", il regista ci porta all'interno di un ambiente claustrofobico, nel quale nessuno sa più di chi fidarsi per via della presenza maligna che si aggira fra di loro. Il male è in ognuno di noi, e ci basta uno specchio per rendercene conto. "Il signore del male" è un horror ben congegnato, terrificante e profondo, che mette in scena critica sociale e religiosa, in un condensato potentissimo che lascia assolutamente il segno, 100 volte di più dei vari The conjuring del caso.
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