Regia di John Carpenter vedi scheda film
Dopo il divertissement che entusiasmò non poco i recensori ma deluse abbastanza al botteghino di "Grosso guaio a Chinatown", John Carpenter realizzò due titoli anarchici, politici, potenti per assunto e realizzati con budget bassi, che forse non del tutto corrispondevano alle proprie ambizioni. Intendiamoci, per versi differenti sia "Il signore del Male" che "Essi vivono" sferrano bordate notevoli, per natura sono pellicole antidogmatiche, e se il primo sfodera l'anticlericalismo che ritornerà in pellicole successive come "Vampires" il secondo carica a testa bassa il celeberrimo "edonismo reaganiano"; però è vero anche che, forse per troppo furore d'invettiva, sul piano del cinema vero e proprio denunciano qualche pecca di fattura che ne frena parzialmente l'effetto. Horror metafisico, ambientato in uno spazio limitato, su un gruppo circondato e via via falcidiato orribilmente ( tematica già proposta, ad esempio, in "Distretto 13"), "Prince of the darkness" azzarda un'equazione rischiosa, suggerendo che forse l'umanità ha preso un granchio ultramillenario, non riconoscendo che Dio e Diavolo forse siano un'unica entità, ma se lo spunto è geniale, non sempre gli sviluppi del racconto evitano le banalità. In un crescendo che ha molto, chissà quanto voluto, di tanto cinema fulciano, si giunge ad un finale adeguatamente poco consolatorio che si fa ricordare. Cameo di Alice Cooper e ottimo Donald Pleasence a guidare un cast di caratteristi.
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