Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
L'immagine contiene una coscienza dell'infinito, un'interiorità spirituale. - Andrej Tarkovskij
Andrej Tarkovskij è il grande maestro. Tarkovskij guarda dall'alto seduto su un trono. Tarkovskij ha una propria effige nella storia cinematografica. Nostalghia non balla e non sbatte le ali, non si muove come un giullare e non danza come Natalia Makarova, bensì è lo spettatore che inizia a levitare, per due ore spazio e tempo codificate come due entità separate, come due entità che viaggiano su due binari differenti.
Tarkovskij non dirige, Tarkovskij culla. La sua regia è uno sgomento fitto e malvagio, un'esistenza cosmica che abbraccia l'intero firmamento. La maggior parte delle inquadrature ricalca le semplice caratteristiche di quelle dei precursori del linguaggio cinematografico: immobili, prive di sorriso ma profondamente intense.
La staticità è così sensuale, ogni ambiente è poesia e poi quando vedi quella ripresa magica finale nella Abbazia di San Galagno
capisci la crudeltà di Trarkovskij, la sua forza estetica.
Giudizio finale:8.5
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