Regia di Kaku Arakawa vedi scheda film
Miyazaki al lavoro, la sua scrivania, il prezioso cestino dei disegni scartati, i suoi ricordi familiari, un uomo semplice ma molto esigente verso tutto il suo mondo, tutto in un documentario.
Dopo l'annuncio di Hayao Miyazaki dell'addio alla produzione di nuovi lungometraggi, con la conseguente chiusura del mitico Studio Ghibli, il documentario racconta la solitudine postlavorativa del maestro, con la genesi di un nuovo impegnativo lavoro per un corto, protagonista un bruco. Vediamo poco qui dei lavori che hanno reso grande in tutto il mondo Miyasan, come lo chiama nel film il suo amico e produttore Toshio Suzuki. La camera si avvicina discretamente e molto ravvicinata al maestro, raccoglie tutte le sue insicurezze sulla sua senilità, sulle difficoltà di avviare un nuovo seppur ridimensionato progetto, con l'intento questa volta però di utilizzare le nuove tecniche digitali, sin lì rifiutate dallo studio. Ne esce un racconto triste, melanconico, che si chiude su un lavoro che non vediamo compiiuto, ma che si concretizzerà nel 2018, "Kemushi no Boro", con un immancabile brano inedito di Joe Hisahishi.
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