Regia di Luigi Filippo D'Amico vedi scheda film
Commediola 'giovanilistica' troppo pacata e a modo per poter essere presa sul serio; già i dubbi sulla verosimiglianza del lavoro vengono osservando i protagonisti: Franco Fabrizi all'epoca aveva trent'anni e qui passava per matricola universitaria, ed i suoi compagni di studi non sono poi così distanti dalla sua età. D'Amico era al secondo film e la voglia di mostrare e mostrarsi c'è, a partire dalla scelta del soggetto, abbastanza atipico per il cinema italiano. Purtroppo però il film non prende mai vita, rimanendo un po' freddino e di maniera, vuoi per i limitati mezzi o vuoi per l'inesperienza (o semplicemente per una scelta programmatica di creare un lavoretto popolare ed inoffensivo, visto che il team in sceneggiatura era decisamente esperto: Marchesi, Metz, Continenza, Benvenuti, De Bernardi, oltre a D'Amico stesso); un passo indietro rispetto al precedente film del regista, Bravissimo, in cui ironia e cinismo - certamente anche grazie a Sordi - ponevano il lavoro sopra le righe.
Disavventure di tre coinquilini, studenti universitari a Pisa. Uno è più portato per la goliardia e il divertimento, un altro pensa solo allo studio e alla ragazza di cui è innamorato, mentre il terzo si trova indeciso fra i due modi di vivere.
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