Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Ecco un film che mette d'accordo tutti i buoni brutti e cattivi che hanno un minimo di buon gusto filmico e frequentano Film TV.
Trattasi di vero e proprio film monnezza, l'Occhio Pinocchio di Van Sant scaturito da un bizzarro romanzo della controcultura pop firmato Tom Robbins.
Fondamentalmente è un film per lesbiche: la protagonista Sissy Hankshaw è una autostoppista vagabonda in giro per gli States in pieno flower power and sex revolution, la sua dotazione in pollici dalle sembianze falliche da un senso all'occhiello del titolo, quel nuovo sesso del quale Sissy è tenutaria visto che rappresenta una chiara alternativa al vecchio fallo maschile per le cowgirls guidate da Bonanza Jellybean.
Viene accolta nel suo ranch, la location che rappresenta il cuore del film fra dialoghi scalcagnati, personaggi tanto stravaganti quanto dimenticabili, mescolanza fra riti Sioux, bivacchi alla Randolph Scott e tonalità psichedeliche in un tripudio di situazioni sconcertanti e voragini della trama che il montaggio sciabolato dell'autore hanno accentuato non poco, credo che Van Sant si sia reso conto che il suo terzo lungometraggio aveva tutta l'aria di essere il punto più basso della sua carriera e cercò di dargli una forma almeno accettabile ma è la matrice letteraria a rappresentare uno scoglio impossibile da asciugare e il film sembra essere la bibbia per quella scamorza moscia di Wes Anderson: ho riscontrato una sconcertante affinità di demenza e vuoto contenutistico fra questo film e Grand Budapest Hotel e infatti na stella qui e na stella la.
Il simbolismo delle gru in via di estinzione come i sogni in libertà di una generazione non tocca il cuore, la lotta fra le cowgirls e le istituzioni è un mezzo narrativo tanto surreale quanto ridicolo e sinceramente sull'argomento è stato fatto di meglio, magari con meno bellezza cromatica e estetica delle immagini ma di sicuro con più coerenza e costrutto, fra vedere Uma Thurman e Rain Phoenix fare lingua in bocca in groppa a un cavallo e osservare Peter Fonda e Dennis Hopper a cavallo delle loro Harley in groppa a un acido preferisco la seconda delle ipotesi tutta la vita e infatti Easy Rider fatto con due dollari è un cult assoluto mentre sto cesso di Van Sant costellato da una pletora di grossi nomi vecchi e nuovi dello star system è uno dei più brutti film sulla controcultura mai visti e una schifezza assoluta pound for ponund.
Il film è dedicato a River Phoenix che sembra abbia un cameo ai più invisibile nella scena in cui si fa il tiro al bersaglio con le gru, sua sorella Rain è invece protagonista ma non farà molta strada ad Hollywood al contrario della sua partner Uma Thurman che un anno dopo diventerà una superstar partecipando a Pulp Fiction.
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