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Il trono di fuoco - Il giudice sanguinario

Regia di Jess Franco vedi scheda film

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La recensione su Il trono di fuoco - Il giudice sanguinario

di giurista81
7 stelle

Pellicola di serie A tra la sconfinata e non sempre qualitativa filmografia dello spagnolo Jess Franco. Supportato dai capitali dell'inglese Harry Alan Towers, il nostro mette in scena una sceneggiatura scritta a più mani, disponendo di un cast di attori e di un apparato tecnico con cui non era solito lavorare. Il risultato finale è evidente e dimostra come sia ingiusto reputare Jess Franco un regista da ultima fascia. Lo script, che riprende il filone del cinema in costume connesso al genere dei c.d. Grandi Inquisitori, pur essendo piuttosto quadrato non eccelle certo nei contenuti. La storia ruota attorno a un giudice che si crede onnipotente (l'eccelso Cristopher Lee) il quale vede cospiratori dappertutto e condanna donne al rogo in quanto reputate streghe. Una di queste, la bellissima Maria Rohm (che appare spesso in nudo integrale) si innamora del figlio di un nobile e aiutato da questo (Hans Hass) cerca di scappare dall'Inghilterra. Chiaramente il giudice non ci sta e ne combina di tutti i colori per ostacolare l'amore tra i due, finendo per incarcerarli entrambi. Alla fine però ci sarà il classico ribaltamento della situazione. Dunque un copione classico, ma altrettanto non può dirsi della resa sullo schermo poiché alla regia c'è lui: Jess Franco.

Lo spagnolo opta per una prima parte piuttosto convenzionale, dove può dar sfogo ai capitali di Towers. Ci sono delle belle battaglie, con diversi cannoni che sparano, cavalli che cadono e una cospicua presenza di comparse. Manuel Merino fotografa il tutto in modo eccelso, regalando una delle più belle fotografie della cinematografia del regista. E' di grosso calibro anche la colonna sonora del nostro Bruno Nicolai (storico allievo di Morricone), così come sono buone le scenografie (sebbene le battaglie si svolgano in foreste assai poco britanniche, essendo delle pinete piuttosto che brughiere). E' però nella seconda parte che il talento e l'ispirazione del regista emergono in modo evidente. Al di là di torture piuttosto sanguinolenti con mdp che indugia su particolari macabri, Franco piazza due sequenze erotiche girate con grande maestria. Nella prima si vede la Rohm costretta ad assumere un lieve e per nulla volgare atteggiamento saffico nei confronti di una prigioniera (ci sono delle strizzatine d'occhio autocitazioniste a Vampyros Lesbos), con il folle Howard Vernon (nei panni del boia) che assiste estasiato e Jess Franco che gioca di continuo con la messa a fuoco. La seconda, ancora più bella (per come è stata girata), suggerisce un rapporto ai limiti dello stupro tra la Rohm e Christopher Lee (ripreso fuori campo), dico limite perché il secondo convince la prima ad avere un rapporto sessuale con lui proponendo come contropartita la salvezza del fidanzato (ovviamente, il giudice ha omesso il particolare che lo spedirà in esilio). Anche qua Franco usa un tatto nella scelta delle inquadrature da grande specialista del genere, senza scadere in volgarità e sottolineando da un lato l'erotismo e dall'altro il sacrificio della giovane che assume atteggiamenti piuttosto ambigui. Queste sono le due sequenze migliori del film, a cui si aggiungono quelle della battaglia, incastonate in una pellicola di pregevole fattura e con una confezione da serie A. Bravi gli attori, su tutti Christopher Lee e Maria Rohm (assai graziosa e spesso in bella mostra). Ha un piccolo ruolo anche il nostro Pietro Martellanza, il quale appare in un cammeo molto probabilmente per ragioni produttive (essendo presente nella produzione una piccola compartecipazione italiana). Ruolo anche per l'attore feticcio Howard Vernon e Leo Genn.

Il film ebbe un buon successo in Spagna ed è senz'altro meritevole di essere rispolverato. Buona prova complessiva (da vedere assolutamente per i fan del regista), anche se a tratti il ritmo non è adeguato lasciando un possibile spazio alla noia (specie nella prima parte). Voto: 7=

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