Regia di Jacques Deray vedi scheda film
Come vuole la tradizione, il sequel perde sempre un po' di mordente rispetto all'originale. A parte perdere Belmondo, in questo caso dettaglio non irrilevante. L'azione c'è, il sangue non manca, ma effettivamente fin dal primo minuto di film si intuisce che la trama consti semplicemente di una vendetta personale da consumare. Se il primo Borsalino finiva filosoficamente ("La fortuna non esiste, credimi" sono le ultime parole di Cappella), qui il finale, pur glorioso e a suo modo memorabile (Volpone gettato nella caldaia del treno), è molto più concreto e spicciolo.
Marsiglia, anni '30. L'assassinio del gangster Cappella innesca una faida fra gruppi criminali, Volpone contro Siffredi. Quest'ultimo ha la peggio, ma riesce a fuggire. Dopo un paio di anni torna per vendicarsi.
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