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Le due vite di Mattia Pascal

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su Le due vite di Mattia Pascal

di mm40
4 stelle

I motivi per cui questa trasposizione del romanzo - uno dei più celebri - di Pirandello non funziona sono fin troppi; il nostro cinema d'altronde con il Nobel, fra le più grandi penne mai avute dall'Italia, si è cimentato non molto spesso e sempre con risultati mediocri o comunque mai del tutto soddisfacenti (Steno: L'uomo, la bestia e la virtù; De Sica: Il viaggio; Pastina/Soldati/Zampa/Fabrizi: Questa è la vita). L'unico film realmente 'riuscito' che riadatta per lo schermo Pirandello è Kaos dei fratelli Taviani: qui invece perfino Monicelli, perfino Il fu Mattia Pascal, perfino Mastroianni non bastano. La sceneggiatura è inoltre firmata da nomi di un certo calibro: Suso Cecchi D'Amico, Ennio De Concini, Amanzio Todini e dal regista stesso; c'è un cast di tutto rispetto, che può vantare Laura Morante, Alessandro Haber, Flavio Bucci, Andrea Ferreol Senta Berger, Bernard Blier; ci sono le (riconoscibilissime) musiche di Nicola Piovani. Quello che manca è, piuttosto, l'approccio alla materia narrativa, temporalmente spostata in avanti (senza gravi conseguenze, va riconosciuto) ed esposta in forma di fiction televisiva - d'altronde è questa l'origine e questa sarà la destinazione del prodotto. Perciò la durata sconfina oltre le tre ore di lunghezza, la pellicola viene divisa in tre episodi (all'inizio di ciascuno dei quali Mastroianni ripercorre un 'riassunto delle puntate precedenti') e la parte prevalente della sostanza sono noiosi dialoghi, che spesso aiutano il regista a raccontare l'azione piuttosto che mostrarla direttamente, e talvolta sono semplicemente ridondanti e didascalici. Con simili premesse, un cast tecnico del genere (c'è anche il fratello del protagonista, al montaggio) ed una coproduzione italo-francese, era inevitabile attendersi qualche cosa di più sofisticato. Infine, dettaglio tutt'altro che insignificante, Mastroianni ha già passato la sessantina al momento di girare questo lavoro e la sua credibilità nei panni di latin lover impegnato in una gloriosa sequenza di giovani ed appariscenti conquiste femminili è purtroppo traballante. In tre parole ed una banalità: "meglio il libro". 4,5/10.

Sulla trama

Mattia Pascal si sposa ormai maturo e quasi controvoglia, ma una serie di intrighi (fra cui un figlio illegittimo) lo spingono al suicidio. Mentre pensa a gettarsi nel fiume, però, un treno si ferma davanti a lui. Vi sale: andrà a Montecarlo a tentare un'ultima volta la fortuna. Si arricchirà e comincerà una nuova vita con il nome di Adriano Meis...

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