Regia di Tim Burton vedi scheda film
Continua la macelleria messicana dell'infanzia di noialtri, data in pasto alla CGI e al carnefice che non ti aspetti (o forse si?). Il re è nudo, Tim Burton ha smesso di toccare il gotico da quel che fu Edward Scissorhands, mordente e toni dell' allegro mal di vivere, persi per strada..non che ne restasse molto. Lui si occupa di favole, questo dovrebbe essere sufficientemente chiaro a chi si ostina a cercare della tenebra dove non ce n'è. La Disney fa prostituire un altro classico sull'altare del box office e ne viene fuori un pastone senza capo ne' coda, zeppo di ami accalappialacrime, storie brevi dalla frontiera e protagonisti odiosi. L'unica nota positiva sta nella capacità dei bambini di questa generazione di emozionarsi ancora per così poco, difficile a credersi. Il ripescaggio DeVito-Keaton induce in tentazione: innegabili le doti, seppur un po' imbolsite, di entrambi ma la sostanza latita. Colin Farrell ed Eva Green piazzati lì per vogliosi adulti che "qualcuno doveva pur portarcelo il pargolo" e la noia si addensa sopra la sala come una nube persistente, per non parlare del fastidio causato dai giovani protagonisti che torturano il povero Dumbo con dosi di zucchero; forse il pachiderma stava meglio tra i suoi sfruttatori. Deturpata senza pietà la marcia dei Rosa Elefanti, prezioso ricordo di quando anche gli sceneggiatori dei cartoon erano in odore di creatività chimico-alcolica (anni '40, signori!). Stessa operazione di sottrazione subita più di recente da Il Re Leone con la sua ormai ex marcia di Norimberga mascherata..possibile che l'oblio al saccarosio sia la soluzione migliore per nutrire le giovani menti?
La magia c'è, esiste, ci assicura DeVito-Max Medici, "E' così!", insiste. Il bambino interiore però, piange di sconforto.
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