Regia di Angela Robinson vedi scheda film
Sulla carta una storia intrigante, disseminata di menage a trois, dinamiche sadomasochistiche (sculacciate e bondage su tutte) intrecciate a quelle del linguaggio e relazionali, l'invenzione della macchina della verità declinata come strumento per scandagliare i desideri del subconscio, gli anni '30 statunitensi e Wonder Woman! Il fatto che il tutto si ispiri a fatti realmente accaduti fornisce una verosimiglianza di partenza che dovrebbe ulteriormente aiutare la causa.
Purtroppo però una storia con tali premesse dissacranti e anticonformiste viene nei fatti sviscerata in modo terribilmente convenzionale. La piatta regia non osa quasi mai, limitandosi a uno stile patinato (i pochi momenti in cui la regia azzarda un barlume di visionarietà - i paralleli tra gli atti sessuali e il ricovero in ospedale, la sagoma delle due donne che diventa un tutt'uno - risultano comunque smorzati e poco interessanti, annegati in un marasma di meccanismi risaputi - quali la coincidenza dei momenti di "crisi"), che suggerisce i colpi di scena con ampio anticipo smorzandoli sul nascere e tende ad ammantare il tutto di un profumo piccolo borghese nonostante tutto.
Gli attori a loro volta stanno al gioco fornendo una recitazione corretta e perennemente controllata, figurine sorprendentemente edulcorate (non sono una banda di perversi, bensì ricercatori etici e fin sentimentali che non vogliono altro che l'amore e una famiglia dalle dinamiche alla fin fine tradizionali) che ben s'intonano con il tono incolore del film.
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