Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film
Antonio e Paolo decidono di sposarsi. Vivono a Berlino, ma ora che c'è la possibilità di farlo in Italia vogliono approfittarne, soprattutto perchè riunire le due famiglie per l'occasione sarà un'esperienza tragicomica.
Il cinema italiano tenta di svecchiarsi costruendo castelli di sabbia sulle sue stesse macerie: questo Puoi baciare lo sposo dimostra tale teorema al di là di qualsiasi eventuale dubbio. Da un'intuizione intelligente - mettere in scena in tempo quasi reale il drammatico scontro fra una mentalità antiquata, tendente al bigotto, e le nuove conquiste sociali - nasce la sceneggiatura di Giovanni Bognetti e del regista, un copione che però non si spinge oltre al classico concentrato di macchiette e di situazioni equivoche tipico delle commedie nostrane di questi anni, verso un finale qualunquista e, più che lieto, accomodante, cioè che dia ragione al futuro senza però scontentare il passato. L'altro spunto valido alla base del progetto è quello di emancipare Salvatore Esposito dal personaggio del camorrista Genny Savastano (Gomorra), conquista naturalmente riuscita anche grazie alla sua interpretazione credibile; già meno efficace è il coprotagonista Cristiano Caccamo, mentre attorno ai due troviamo uno stuolo di volti noti fra i quali vale la pena di ricordare Dino Abbrescia, Antonio Catania, Monica Guerritore, Diana Del Bufalo e Diego Abatantuono, che riveste con un errore imperdonabile il ruolo del padre di Caccamo (come padre di Esposito sarebbe stato non perfetto, ma di più); in un cameo nei panni di sè stesso c'è infine Enzo Miccio. Nonostante le buone intenzioni già rilevate, non si va da nessuna parte così. 2,5/10.
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