Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Una bella commedia. Attuale nei temi, classica nel far emergere certi aspetti di fondo dell’animo umano: la lotta contra la solitudine; il male di certe abitudini imposteci da altri nell’infanzia; la necessità dell’autenticità e della felicità vera, che può spingere anche a ribellioni aperte contro sistemi collaudati di repressione di infelicità; la potenzialità a ricostruire sempre la propria vita, a qualunque età, quando serve; gli estremi, perfino ridicoli e patetici, cui però si rischia di andare incontro in tali casi; la diversità offerta dall’esperienza, cui bisogna essere sempre disponibili ad adattarsi senza “apriori”, che fanno solo male.
Si ride tanto. La sceneggiatura sorprende, e nel finale si rivela complicata il giusto. Il ritmo è alto. Ottimo il quadro delle caratteriste, che scoperchiano tanta indigesta repressione sessuale al femminile, spesso mascherata.
Verdone si conferma, per l’ennesima volta, tanto come regista e anima del film, quanto come attore (qui da conservatore affidabile), come capace di far emergere l’umanità profonda, quella che si rivela senza intellettualismi falsificanti, ma non per questo meno autentica.
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