Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Verdone scrive e dirige l’ennesima commedia degli equivoci in cui momenti esilaranti si alternano ad altri più teneri, malinconici e riflessivi, anche se stavolta lo spirito critico è meno mordace rispetto al passato.
Carlo Verdone oramai ha abituato il suo pubblico a vedere un suo film con una cadenza quasi matematica, e così, due anni dopo la sua ultima fatica in coppia con un altro grande comico Antonio Albanese, torna sul grande schermo questa volta scegliendo una partner femminile che ha la bellezza appariscente della giovane romana(ccia) Ilenia Pastorelli, apprezzata nel suo ruolo d’esordio in quel piccolo cult che è diventano Lo chiamavano Jeeg Robot (2015).
La sceneggiatura è davvero leggerissima e più improntata alla commedia sentimentale rispetto che ad una commedia di costume, vedendo al centro della storia il proprietario di un negozio di articoli sacri che, disperato per la fuga della moglie con un’altra donna, accetta di seguire i bizzarri consigli amorosi della sua nuova commessa, la quale lo trascinerà in una serie di incontri con donne strampalate, fino a che la relazione giusta non gli capiterà nel posto e nel modo che meno si aspetta.
La Pastorelli, che a tratti sembra ricalcare una novella Claudia Gerini, limitandosi per lo più ad impersonare la ragazza coatta, superficiale e svampita, ha dalla sua il pregio di apparire molto naturale e schietta, mentre le veterane Lucrezia Lante della Rovere e Maria Pia Calzone, sono un po’ penalizzate dall’aver molto meno spazio per approfondire i loro personaggi, scritti in maniera sbrigativa. Anche lo stesso alter ego dell’attore e regista appare piuttosto opaco e ripetitivo, somigliando sin troppo ad altri suoi personaggi.
Al susseguirsi dei vari appuntamenti, che regalano momenti di umorismo a volte decisamente sopra le righe, si accompagna una sottile trama gialla che da’ un po’ di profondità in più al racconto, sebbene la sensazione che rimane a fine visione sia sempre quella di un film davvero inconsistente.
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