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Ore 15:17 - Attacco al treno

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Ore 15:17 - Attacco al treno

di supadany
6 stelle

Nonostante il controllo globale sia sempre più espanso e tecnologicamente avanzato, c’è sempre più bisogno di eroi, non formato super, protagonisti di tanti blockbuster di successo, quanto di quelli della porta accanto, meglio ancora se per caso. Singoli individui, magari anche sotto la media per capacità, ma che nel momento opportuno decidono di intervenire, di non mettere la testa sotto la sabbia.

Giunto alla soglia degli ottantotto anni, Clint Eastwood non deve dimostrare più niente a nessuno e con Ore 15:17 - Attacco al treno sublima l’enunciato già presente in Sully, posizionandosi ancora di più ad altezza uomo, rinunciando coscientemente a qualsiasi aggiunta estetica o etica che non sia strettamente pertinente alla storia vera che ha scelto di omaggiare, simbolo di una nuova possibilità di guardare al futuro. Un domani che è già oggi, da afferrare con le proprie mani, senza aspettare che dall’alto il sistema compia miracoli, che non è in grado di realizzare.

Spencer Stone, Alek Skarlatos e Anthony Sadler si sono conosciuti da ragazzini, complici prima di tutto di una carriera scolastica tutt’altro che irreprensibile e di scorribande, che non preludono a nulla di buono per il futuro. Una volta cresciuti, Spencer e Alek intraprendono la carriera militare, anche se il primo non può perseguire l’indirizzo agognato. Durante una vacanza in Europa condivisa, almeno parzialmente, da tutti e tre, finiranno sul treno Thalys diretto da Amsterdam a Parigi, sul quale sale un terrorista armato fino ai denti, pronto a fare una strage. Saranno loro i primi a intervenire, evitando che accada il peggio.

 

Alek Skarlatos, Anthony Sadler

Ore 15:17 - Attacco al treno (2018): Alek Skarlatos, Anthony Sadler

  

Come dichiarato da una ragazza in una scena come tante altre, tutti custodiscono una storia che hanno il dovere di raccontare. Una frase emblematica, perfetta per spiegare un ulteriore motivo che ha spinto Clint Eastwood a descrivere il percorso di tre ragazzi che, escluso l’atto eroico richiamato nel titolo dell’opera, ha poco di cinematografico, almeno nella sua enucleazione classica, che lo stesso regista ha saputo decine di volte intraprendere (Gli spietati, Million dollar baby e Mystic river, giusto per apporre esempi della massima qualità).

Soprattutto, la coerenza dell’autore è talmente immacolata da non indurlo a ricorrere ad alcun artificio, facendo un altro deciso passo in là dopo Sully. Un percorso verificabile a partire dalla descrizione dell’infanzia contrastata dei protagonisti, vissuta sognando il cameratismo della vita militare, per arrivare, senza l’aggiunta di nemmeno una scena costruita a tavolino, a quella carriera, con un viaggio attraverso l’Europa che, oltre a un vago effetto cartolina (senza comunque alcuna esasperazione), non divaga verso inutili compendi, inserendo al più un altro momento indicato, consono al ridimensionamento della visione della Storia che portano in grembo gli americani.

Agendo in questo modo, emerge ancora di più l’atto eroico, anticipato da qualche spezzone inserito giusto per smuovere acque altrimenti fin troppo rafferme e in grado di generare parziali convulsioni tensive, ancora una volta sintetico, senza spettacolarizzazioni inutili, per chiudere coerentemente con un documento reale al 100%, che vede il riconoscimento consegnato da François Hollande e la conseguente - quanto inevitabile – profusione di empatia.

 

Alek Skarlatos, Clint Eastwood

Ore 15:17 - Attacco al treno (2018): Alek Skarlatos, Clint Eastwood

 

Dunque, qualsiasi decisione presa a monte viaggia in direzione della più umile rappresentazione dei fatti, a cominciare dall’utilizzo dei protagonisti reali nei panni di loro stessi che, in una formulazione così aderente, risultano essenzialmente appropriati.

Tuttavia, senza regalare nemmeno una virgola alla fantasia e avendo tra le mani un viatico che, prima di divenire straordinario, è di assoluta ordinarietà, ciò che rimane di tangibile è esclusivamente una portata teorica che spinge il reale oltre il consolidato effetto documento storico, con la volontà di ergere a protagoniste persone che più normali non si può, con i loro difetti e limiti, ma non per questo inermi dinnanzi alla realtà, che meccanismi oltre l’umana comprensione provano in ogni modo ad annientare.

Attorno al nocciolo la polpa è quasi del tutto assente, ma la statura morale rimane indiscutibile. Degna di un battitore libero che alla sua veneranda età può permettersi ciò che a chiunque altro sarebbe precluso.

Un regalo, da prendere come tale.

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