Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Commedia sul (falso) mito dell'uomo cacciatore, in cui Mastroianni - che pure dichiarava spesso di detestare quel tipo di personaggio - si ritrova bene e a cui Monicelli dà un discreto ritmo pur senza eccessiva fantasia. La mano del maestro della commedia all'italiana si riconosce comunque nel saper tratteggiare un protagonista affamato di donne, di conquiste, in definitiva di vita, ma pur sempre un eterno perdente, schiavo di questa sua mania - che degenera in una deviazione piuttosto singolare ed emblematica del suo rapporto con il sesso - e tronfio delle proprie abitudini insane. Belle musiche di Trovajoli che ben si accostano alla verve 'colorata' del periodo.
Un piacente maggiore dell'esercito erotomane si eccita soltanto in situazioni di rischio concreto. Prova ad affrontare il disturbo con la psicanalisi, ma il dottore è più pervertito di lui. Poi per puro caso uccide anche il marito di una delle sue 'prede', ma viene assolto. La vita ricomincia da perfetto marito monogamo, ma non è destinata a durare a lungo così.
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