Regia di Les Mayfield vedi scheda film
Come ogni anno, il sottoscritto di questi tempi si rivede tutte le pellicole che ha in casa a sfondo natalizio, e ha deciso di "rivisitare" la 34esima strada, dove Richard Attenborough lavora nei panni di Babbo Natale. Remake dell'omonimo film del 1947, la storia è quella di Kriss Kringle (Attenborough per l'appunto), un vecchietto che viene assunto dai magazzini Cole per fare la parte di Santa Claus, sia durante l'iniziale parata, sia come personaggio-simbolo del negozio, dove i bambini vengono portati per chiedergli i regali. In breve Kringle diventa famosissimo per la straordinaria somiglianza col Babbo Natale che tutti si immaginano, ma anche per il suo comportamento, al punto che, se da Cole qualche regalo costa troppo, Kriss indica ai genitori dove possono trovarlo a metà prezzo in altri negozi. Talmente convincente che persino la piccola Susan (Mara Wilson), figlia di una dei padroni di Cole (Elizabeth Perkins), comincia a riavere speranza, dopo che la madre le ha detto che Santa Claus non esiste. Il punto della situazione è che il buon vecchietto è convinto di essere proprio lui il vero Babbo Natale: parla con le renne al parco, afferma di giocare a golf col Coniglio Pasquale... così i rivali di Cole decidono di sfruttare la situazione, e con un losco piano finiscono per farlo arrestare. La faccenda si risolverà in tribunale, dove un prestigioso avvocato (Dylan McDermott), innamorato della mamma di Susan, aiuterà Kriss.
Ciò che mi stupisce ogni volta, aprendo questa parte del sito, è vedere a quante poche persone la pellicola sia piaciuta. La regia è semplice e di rito, senza troppi fronzoli o trovate illogiche: quanto di più adatto può esserci per narrare la storia. La sceneggiatura è come quella del film originale, ma misteriosamente quello era piaciuto. Passando agli attori, c'è da dire che ognuno di loro, anche quelli che compaiono pochi minuti e basta, fanno il loro dovere: Attenborough è fenomenale, così come la piccola (oddio, adesso neanche tanto) Mara Wilson, sempre allegra e con un sorriso contagioso. E anche gli altri due adulti protagonisti non sono affatto da bocciare: Elizabeth Perkins è uno dei personaggi principali su cui Kriss dovrà cimentarsi: una donna che, rimasta incinta al college e con un ex marito alcolizzato, si è vista togliere l'unica sua fonte di gioia quando da piccola i genitori le hanno rivelato che Santa Claus non esiste, e non vuole che Susan soffra come lei. Indimenticabile, a tal proposito, la sequenza del film in cui si chiede al popolo americano di rispondere alla semplice domanda: "Credete o no a Babbo Natale?", e la città intera si dà da fare con cartelli, scritte (addirittura sui dirigibili della Good Year) che inneggiano "We Believe!". E, last but not least, Dylan McDermott, l'unico sin dall'inizio dalla parte di Babbo Natale. Sarà proprio il buon avvocato a pronunciare, al Giudice del tribunale, una delle frasi più importanti del film: "Io le chiedo di scegliere... tra una bugia che apre i cuori alla speranza... e una verità che provoca solo dolore".
Adatta.
Personalmente, nulla.
Carinissima! Simpatica e essenziale, mi piacerebbe ancora di più se non fosse che ogni estate compare in tivù ogni sei giorni con "Matilda 6 mitica" (ma non è colpa sua).
Mi è piaciuto molto.
Ho una passione per lei dai tempi del primo "Flintsones" con John Goodman e "Big" con Tom Hanks: affascinante e convincente.
Lui è senza dubbio il migliore: c'è poco da fare, sembra proprio lui il vero Babbo Natale. L'unica nota di demerito è che non è credibilissimo quando lo mostrano perdere le staffe.
Nulla di eccezionale o sopra le righe, svolge bene il compito assegnatole.
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