Regia di Hlynur Palmason vedi scheda film
In una brughiera aspra e desolata, soffocata dalla neve, vivono due fratelli dentro una baracca a ridosso di una cava, dove entrambi lavorano. Johan, dei due, è quello più posato, mentre Emil più inquieto arrotonda lo stipendio preparando degli intrugli alcolici, utilizzando anche sostanze che ruba dalla cava, per poi rivenderli ai suoi colleghi di lavoro. La sua posizione si complica quando circola voce che un lavoratore si trova in fin di vita proprio per aver ingerito uno dei suoi preparati.
Il film del regista islandese Hlynur Pálmason descrive un mondo ai margini, in cui la natura riveste un ruolo decisivo nel condannare gli individui a una solitudine che fa da sfondo a un lavoro ingrato, che riduce i corpi a sostanze sporche, brulle e calcificate come la terra che li circonda. In questo magma alieno, Emil rappresenta colui che non riesce ad adattarsi alle circostanze, proprio per la sua originalità, e diventa così elemento disturbante e di rottura. A fare da contrappunto, in mezzo alla desolazione generale, è il rapporto di amore e odio tra i due fratelli, che gira intorno all’attrazione per la stessa donna, e si trasforma in uno scontro fisico, di corpi nudi che combattono per terra: come animali selvaggi che lottano per la stessa preda, e non possono esprimersi a parole. La vicenda, magnetica, si conclude con un finale che arriva a troncare improvvisamente il corso della narrazione lasciando, dietro sé, qualcosa di irrisolto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta