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Mrs. Fang

Regia di Wang Bing vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mrs. Fang

di LukeGlanton
8 stelle

Preparazioni.

 

scena

Mrs. Fang (2017): scena

Compressa in un urlo inestraibile e troppo debole per compiere un qualsiasi movimento, lei è Mrs. Fang, una donna cinese di 67 anni, malata d’Alzheimer e definitivamente vegetativa da due, il Cinema dell’autore di Xi’an cattura i limiti della vita e l’interezza della morte come tutt’uno, precludendoci la possibilità di cogliere un aspetto come il controcampo dell’altro, tutto quello che vediamo è uno stato d’allerta generale, dove nessuno vuole figurare in disparte ma nessuno ha intenzione di muoversi davvero, tutti sono ampiamente rassegnati, lo è spettatore, lo sono i parenti, lo è il clima e lo è lo stesso Bing. La sua espressione trasmette inquietudine, lo spettatore stesso si ritrova inderdetto nell’accettare le sue condizioni, il suo volto e la sadica sincerità di Wang Bing, lei spacca lo schermo, l’immagine si asciuga, si depotenzia, non ci sarà un avvenire, tra poco meno di 86 minuti l’agonia finirà, hai poco tempo da dedicare a suoi occhi.

 

“Ho concepito Mrs. Fang mentre stavo girando un precedente film, nel 2015. Ho conosciuto una donna e ho fatto dei sopralluoghi nel suo villaggio, immaginando di fare un documentario su quella gente, ma poi mi sono soffermato sulla madre della persona che avevo conosciuto. Il progetto è rimasto in sospeso finché quella donna mi ha telefonato, dicendo che sua madre era gravemente malata e le rimaneva poco da vivere. Così mi sono precipitato nel luogo e ho raccolto gli ultimi giorni di vita della donna e dei famigliari al suo capezzale.”

 

 

Mrs. Fang è un film-rituale, è la preparazione zen-spirituale all’accettazione massima del dolore umano, dolore irreversibile quindi nemmeno (e soprattutto) combattibile, un mantra venale, un avvicinamento morboso alla morte, morte spoiler, un film che esplora il lato oscuro dello sguardo alla vita di Wang Bing, qui non si riscontra quella sensibilità che esprime la forza di andare avanti di cui sono infarciti i precedenti Feng Ai, The Ditch e Three Sisters, insomma, lo stato larvale, tutto ciò che ne concerne, l’atmosfera imprecante in quel di Huzhou, Fujian, terra coltivata per tutta la -vita- da Fang Xiuying, -lei- che nasce qui nel 1948, -noi- che diveniamo testimoni di un esistenza udendo i “conti familiari” già in atto, per garantire una sepoltura alla signora della cripta, tratto interpretabile come nichilismo spremuto, evocato di default, oppure come semplice campione di una realtà che deve percorrere un processo di sviscerazione compulsiva per essere fluita in tutta la sua luce da uno come me, che alla morte ha sempre fatto gli occhi dolci ma mai si è interrogato sulla “Mrs. Fang della porta accanto” e sulla sua voglia di vivere o meno. Da qui in poi ci aspetta il non-montaggio ciclico e d’ispirazione ascetica (Bing Docet) spalmato in 10 giorni conclusi nel 06/06/16, quando quel volto annichilente sparisce, viene sommerso da una mandria singhiozzante e contenuta nell’assimilare la visione di una donna morta, “contenuta” forse potrebbe descriverla in questo modo solo un uomo occidentale, che vive di principi e convinzioni occidentali(zzati), ma la mia lettura a caldo è stata la seguente, Bing viviseziona lo stato di veglia appuntandoci a lettere cubitali che tutto quel che ci rimane è prepararci alla fine, qualunque sia la tua situazione, sappi che Mrs. Fang esiste, sappi che “combattere” è indorare la pillola, “aspettare” è tutto quel possiamo, che possiamo essere, che siamo.

 

Mrs. Fang trionfa a Locarno #70, Pardo d’Oro.

scena

Mrs. Fang (2017): scena

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