Regia di Samuel Benchetrit vedi scheda film
Nel giro di poco tempo, Jacques perde la moglie - che lo lascia per un altro - e il suo modesto lavoro. Costretto a vivere in albergo, tampinato dalla banca per il mutuo da pagare, decide di comprare un cagnolino per cercare forse di tenere legato a sé il figlio. Ma il cane muore subito schiacciato da un camion, e, da lì a poco, Jacques, a sua volta, verrà ridotto alla condizione di cane da un addestratore duro e senza scrupoli.
Il regista Samuel Benchetrit racconta la parabola grottesca - e quantomai amara - di un individuo che, non riuscendo ad affrontare la complessità della condizione umana e, soprattutto, non essendo in possesso di quella dignità che dovrebbe contraddistingue ogni essere umano, si trova meglio nei panni di un cane, un cane buono che scodinzola a tutti. Già prima, infatti, della fatale e inevitabile trasformazione, Jacques è buono con tutti i “padroni” che incontra, soprattutto quelli che lo trattano male e lo prendono a calci. Perché, forse, la strada più facile per farsi amare è quella della sottomissione.
Chien descrive, anzitutto, la condizione di una angosciante solitudine, espressa anche attraverso la fotografia dell’ambiente algido in cui il protagonista si muove: la periferia di un nulla metafisico in cui non vi sono colori, ma solo squallidi edifici e nuvole grigie nel cielo che preannunciano pioggia.
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