Regia di Stanis Nievo vedi scheda film
Pseudodocumentario sullo stato attuale dell'Africa: società retrograda, natura incontaminata, industria inesistente, fame, malattie...
Stanis (Stanislao) Nievo è un lontano parente dello scrittore Ippolito, scrittore a sua volta e regista e autore dei testi di questo mondo movie fuori tempo massimo in due sensi: sia perchè ormai la vena sociologica/giornalistica (l'unica di qualche interesse) del filone si è ormai esaurita e sia perchè a parlare (male, malissimo) dell'Africa ci aveva già pensato il solito Jacopetti con il suo Africa addio del 1966. In quest'ultima pellicola compariva accreditato anche Nievo, in qualità di production manager: facendo 2 più 2 si intuisce da dove l'idea per Mal d'Africa sia nata. Come documentario, Mal d'Africa utilizza gli espedienti ormai noti del genere mondo, aggiungendo una buona quantità di scene girate evidentemente ad hoc e raggiungendo il prevedibile risultato di imbastire una ben poco attendibile filippica nei confronti del degrado e delle bizzarrie del continente nero. Antonio Climati, esperto del genere, cura la fotografia; il commento è affidato alla voce di Nino Dal Fabbro e la colonna sonora è una fra le meno interessanti di Riz Ortolani. Quantomeno il film non è spudoratamente razzista come il successivo Addio zio Tom (Prosperi e Jacopetti, 1971); sull'argomento peraltro si spenderanno ulteriori lavorucci simili - o di fattura qualitativamente perfino inferiore - come Africa ama (Alfredo e Angelo Castiglioni) e Africa nuda, Africa violenta (Mario Gervasi, 1974). 2/10.
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