Regia di Samuel Jouy vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Steve ha quasi 45 anni e la sua carriera di pugile lo ha visto soprattutto soccombere, particolare che non gli ha reso ostile questo suo "mestiere", con cui cerca di mantenere una compagna e due creature ancora bambine, integrando i magri introiti col lavoro di cameriere.
Quando la figlia maggiore dimostra una buona propensione allo studio del pianoforte, l'esigenza di procurare lo strumento affinché la bimba si eserciti quotidianamente, lo spinge ad accettare il ruolo sacrificale di "sparring", allenatore-vittima destinato a preparare atleticamente e tatticamente un campione giovane, ricco e nero impegnato a conservare il suo titolo. L'agnello sacrificale riuscirà tuttavia ed a suo modo, a conquistarsi un suo riscatto.
Mathieu Kassovitz, fisico segaligno e ossuto, irregolare, persino un po' asimmetrico ed ideale a voler rendere le conseguenze di tutte le botte ricevute in una carriera di onorevoli k.o. e leali sconfitte e dall'espressione perennemente dolente come il miglior Pacino quarantenne, è perfetto ad incarnare il ruolo centrale del pugile suonato, ma tutt'altro che vinto o domo, nell'orgoglio più che nel fisico, piegato dalle circostanze e dall'avanzare degli anni.
L'attore e regista cinquantunenne è senz'altro l'elemento vincente di un film medio, opera prima da regista dell'attore Samuel Jouy, che si presenta nella sua tragedia annunciata, ma mai promessa, come realistico ma anche a suo modo piacevolmente retorico (nell'accezione per una volta positiva!), che si lascia apprezzare nonostante tutto quanto sia già stato detto e filmato a proposito della boxe e dei suoi tutt'altro che invulnerabili combattenti.
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