Regia di Elliot Silverstein vedi scheda film
Un nobile inglese, a caccia nelle praterie americane, viene catturato da una tribù Sioux: inizialmente viene usato come bestia da soma, poi (grazie anche all’aiuto di un vagabondo francese, che ha vissuto con gli indiani e che gli fa da interprete) riesce a farsi accettare come uno di loro e addirittura a capeggiarli in battaglia. Abusivamente inserito nel filone dei western ‘dalla parte degli indiani’, in realtà il film ha ben poco da spartire con titoli quali La tortura della freccia o Piccolo grande uomo: al contrario, è “quasi irritante nella logica per cui il bianco presso i selvaggi alla fine dovrà necessariamente essere un leader” (Mereghetti). Tuttavia si può apprezzare, nella prima parte, una realistica rappresentazione della vita nel villaggio, e nella seconda la descrizione delle terribili prove di iniziazione superate da Richard Harris.
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